Il sindaco di Garlate, Conti, avrebbe affermato che il Comitato per l’acqua pubblica non affronta realisticamente i problemi economici e di efficienza. Ho sempre creduto, almeno fino ad oggi, che dovessero essere affrontati dai consigli di amministrazione, dai direttori generali delle società con i sindaci cui compete un controllo analogo a quello che svolgono nel Comune. Cosa c’entra il Comitato? Il Comitato è estraneo alla gestione del servizio anche se, insistentemente, chiede una maggiore apertura alla partecipazione dei cittadini sistematicamente ignorata. I Sindaci sono sensibili alle problematiche dei loro cittadini, lo hanno affermato alcuni nel corso della conferenza dei Comuni di qualche giorno fa, e, per non angustiarli ulteriormente in un periodo di “benessere generale”, preferiscono non informare. Sarebbe solo una preoccupazione inutile, in un Paese dove non si conosce la disoccupazione, l’economia va a gonfie vele, i poveri non esistono. In fondo l’aumento dell’acqua, solo del 13,4%, qualche euro, non da fastidio ed il problema economico è risolto.
L’efficienza è un falso problema, l’acqua è disponibile per tutti e quindi il servizio è efficiente.
Come sono bravi i nostri sindaci che hanno a cuore i cittadini e che vogliono garantire loro serenità e tranquillità.
Ma le cose non sono proprio così. L’efficienza è un criterio di valutazione di un servizio che deve tener conto anche del rapporto qualità/costo. La sola erogazione non è sinonimo di qualità ed il costo è eccessivo. Ergo, il servizio non è economico e nemmeno efficiente.
Forse i problemi economici, cui si riferisce il sindaco di Garlate, sono quei milioni di debiti di Idrolario[i] da ripianare. Non preoccupiamoci. La soluzione i nostri sindaci l’hanno già trovata. Il servizio era affidato a Idrolario che lo appaltava a Idroservice[ii]? bene, è sufficiente affidarlo a Idroservice che usa le reti e gli impianti di Idrolario e il problema è risolto. E’ così facile da essere quasi banale. In sostanza, le due società, almeno così dicono i sindaci, hanno combinato un disastro ma basta fingere di cambiare per sistemare tutto. Il servizio è gestito attualmente da Idrolario e Idroservice, dopo l’intervento illuminato dei sindaci, sarà gestito da Idroservice e Idrolario. L’acqua, bene comune, però, costa di più. Ringraziamo i sindaci che affrontano realisticamente i problemi economici e di efficienza.
Qualche settimana fa, Idrolario ha presentato, ai Comuni, la propria situazione finanziaria con uno sbilancio di 12milioni di euro, prevedendo, per la fine del 2013, un incremento del disavanzo sino a 29milioni di euro. Incredibile. I cittadini ed il Comitato sono preoccupati ma sbagliano. Basta passare Idrolario a Idroservice ed il gioco è fatto, il problema non esiste più. Mi sembra il famoso gioco delle tre tavolette, è sufficiente indovinare sotto quale tavoletta sono nascosti i soldi. Semplice, i soldi sono nascosti sotto la terza tavoletta, la fantomatica “newco” di cui tutti parlano ma nessuno sa cos’è.
Che strane persone queste del Comitato per l’acqua pubblica, non sanno giocare alle tre tavolette e si preoccupano. Forse perchè sono gli unici cui stanno a cuore i veri problemi economici e di efficienza e con un punto fermo irrinunciabile: l’acqua deve restare pubblica, sia nella forma che nella sostanza, e deve essere gestita nel rispetto del principio che è un bene comune e, quindi, di tutti.
La causa dell’attuale “disastro” è l’assetto societario? I sindaci dovrebbero ricordarsi l’origine di Lario Reti Holding[iii] con la fusione per incorporazione di quattro società, del 2008. Sbagliata ma difesa come unica soluzione possibile per tempi e costi. Qualche giorno fa, il presidente di L.R.H., Vittorio Proserpio, mi ha sottolineato che, senza quell’operazione, CIAB[iv] sarebbe fallita. Falso, CIAB aveva problemi comuni a tutte le aziende del settore che si è voluto risolvere con i quattrini, di cui disponeva ACEL, in una logica di pura “finanza” estranea alla gestione dei servizi pubblici, trascurando la vera ragione, l’organizzazione del servizio. Il problema si ripropone e, sembra, che a rischio di fallimento, oggi, sia Idrolario.
Nuova architettura finanziaria, ancora più strana di quella del 2008, e, sempre con la stessa motivazione: tempi e costi. La maggioranza dei sindaci, guidati dagli artefici dell’operazione L.R.H e ligi agli ordini di scuderia, si schiera con questa nuova ipotesi, illegittima rispetto alla normativa di settore. I cittadini lecchesi che, dalla operazione del 2008, hanno ereditato 17 comuni comaschi da liquidare dopo aver ripianato i loro debiti , quali altre sorprese avranno? Certamente l’aumento della tariffa dell’acqua, che è già stata deliberato anche per il 2012 con relativi conguagli.
P.S.: I comuni che votando a favore dell’affidamento a Idrolario, hanno votato contro il nuovo assetto societario: Ballabio, Barzanò, Bellano, Calolziocorte, Carenno, Castello Brianza, Cernusco, Crandola, Ello, Lomagna, Mandello, Merate, Oggiono, Olginate
pubblicato su:
lecconews.lc merateonline.it leccoprovincia.it
[i] Idrolario – società a responsabilità limitata partecipata da 65 Comuni della Provincia di Lecco, proprietaria delle reti e degli impianti, affidataria “in house” temporaneo del Servizio Idrico Integrato provinciale
[ii] Idroservice – società a responsabilità limitata costituita il 19.12.2012 (effetto 1.1.2013) interamente partecipata da Lario Reti Holding; gestore effettivo del Servizio Idrico Integrato provinciale per appalto da Idrolario
[iii] Lario Reti Holding (L.R.H.) – Società per azioni costituitasi nel 2008 a seguito di fusione per incorporazione in Acel spa di tre società del Servizio Idrico provinciale: CIAB spa (sud provincia di Lecco e parte della provincia di Como), Rio Torto spa (valmadrerese) e Ecosystem spa (meratese). Partecipata da 65 Comuni lecchesi (gli stessi di Idrolario) e 17 Comuni comaschi
[iv] CIAB spa – società con sede in Casatenovo – attività captazione acqua e distribuzione in 48 comuni lecchesi e 17 comaschi – fusa in Lario Reti Holding nel 2008