LECCO PAGA I DEBITI DI MERATE?
Acel spa potrebbe distribuire 14 milioni di euro ai Comuni che abbasserebbero Ici e addizionale
Lecco – Remo Valsecchi, l’«uomo dei conti» dei Ds, il Cuccia della sinistra, ha rassegnato le dimissioni da vicepresidente e consigliere di Acel Service. Una decisione clamorosa presa per protesta contro la fusione delle società pubbliche che si occupano di gas e acqua e la loro gestione.
«Pochi degli amministratori nominati sono coscienti di che cosa significa ricoprire questo ruolo e di fatto occupano solamente una posizione (percependo un compenso) senza nemmeno conoscere le problematiche aziendali. Non è accettabile. È una questione di competenza e di coscienza», scrive nella lettera di dimissioni.
Parlando con il Giornale di Lecco, l’ex amministratore, prende ad esempio Acel spa. «Il presidente Vittorio Proserpio e il suo CdA hanno regalato 645 mila euro all’Erario per non chiudere i conti in rosso. E nello stesso tempo non hanno distribuito dividendi per 14 milioni di euro ai Comuni azionisti; soldi che Lecco, Abbadia, Malgrate, Mandello, Olginate… avrebbero potuto usare per abbassare l’Ici e l’addizionale Irpef. Ma forse queste somme non potevano essere distribuite perché destinate a coprire perdite di altre società partecipate da Comuni non azionisti di Acel spa e magari anche comaschi (nella nuova Lario Reti Holding 17 azionisti sono Comuni della Provincia di Como, ndr)».
Come può Acel spa avere 14 milioni di euro di dividendi ed essere in passivo?
«Mi spiego meglio: il bilancio ufficiale 2006 chiude con un utile di 854.679 euro. Il risultato positivo è frutto della riduzione degli ammortamenti attraverso un’aliquota inferiore a quella utilizzata negli esercizi precedenti, in caso contrario avrebbe chiuso con una perdita di 232.028 euro. Sia chiaro: non è una questione di legittimità poichè sia in una ipotesi sia nell’altra il comportamento è legittimo; si tratta di opportunità poichè l’utile (attraverso la riduzione degli ammortamenti) ha comportato un aumento dell’imponibile fiscale e una maggiore imposta di 645.097 euro che legittimamente poteva essere risparmiata e questi soldi avrebbero potuto essere spesi per il territorio».
Fin qui la perdita: ma i 14 milioni di euro?
«Acel spa ha una situazione di consistente liquidità, stiamo parlando, sempre per il 2006, di una giacenza media sui conti correnti bancari di circa 16 milioni di euro. E’ corretto che una società a capitale interamente pubblico lasci somme di tale importo inutilizzate su conti correnti bancari?»
Queste risorse non sono necessarie per finanziare gli investimenti? «Falso! Se guardiamo il triennio 2004-2006, scopriamo che solo nel 2005 si è attinto alle risorse della società (e parliamo di appena 31.383 euro) per acquisire, tramite Age, società partecipata al 75% da Acel spa, la rete di distribuzione del gas di Merate con un investimento di 6.375.000 euro. L’investimento sulla rete di Merate è stato effettuato, peraltro, più sulla base di valutazioni politiche che economiche perchè ha drenato risorse da un territorio e da cittadini che hanno contribuito a produrle a favore dei cittadini di un altro Comune della Provincia non socio di Acel. Anche in questo caso: è giusto fare ciò? Ho qualche dubbio considerato che è una gestione onerosa senza ritorni».
È contrario alla solidarietà tra Comuni?
«Credo che i principi di solidarietà tra Comuni, in particolare della stessa provincia, siano necessari ma che non debbano essere dimenticati quali sono i principi della corretta gestione di un’impresa altrimenti si fanno solo danni. Tanto è vero che il saldo finanziario di risorse prodotte e depositate, inutilizzate, su conti correnti bancari è stato, nel triennio di 6.046.492 euro».
A fronte di tariffe non basse.
«Una normale gestione societaria con distribuzione delle risorse disponibili agli azionisti, ovvero i Comuni, sarebbe un modo, indiretto, per restituire parzialmente l’onerosità delle tariffe. In pratica si consentirebbe ai Comuni di sostenere parte dei costi dei servizi con i dividendi, alleggerendo la pressione fiscale, cioè abbassando Ici e addizionale Irpef».
Torniamo ai 14 milioni di euro di mancati dividendi.
«Acel spa potrebbe distribuire agli azionisti Comuni 14.036.084 euro (anche se per una gestione corretta e prudente sarebbe ipotizzabile la distribuzione di una cifra inferiore). E se non fosse stata fatta una politica di bilancio come quella detta in precedenza avremmo potuto conteggiare anche quei 645.097 euro dati all’Erario. In pratica a Lecco sarebbero potuti arrivare quasi 4 milioni di euro, ad Abbadia più di 400 mila, a Ballabio quasi 500 mila, a Mandello oltre 1 milione e 100 mila, a Galbiate oltre 1 milione, a Valmadrera quasi 1 milione (vedi tabella, ndr). Soldi dei cittadini che sarebbero tornati ai cittadini».