Prendo spunto dall’intervista rilasciata al vostro giornale da Marco Molgora, non per replica o polemica condividendo sia l’inutilità di guerre di religione che quella di scontri tra verità assolute. Peraltro è mia convinzione che non esistano verità ma solo opinioni o dati e fatti reali e oggettivi. Sarei, inoltre, in difficoltà a portare i panni sacerdotali di qualsiasi natura essi siano.
Le opinioni, ossia i concetti generali e gli obiettivi di Molgora sono anche i miei. Sul modello, però, le posizioni sono diverse. Io ritengo che tutto quello fatto da Lario Reti Holding, magari ineccepibile nella logica di una gestione commerciale e finanziaria, sia la negazione degli obiettivi condivisi con Molgora che, al contrario, ritiene che quanto fatto e quanto sarà fatto da LRH li ha garantiti e li garantirà. Non si tratta di stabilire chi ha ragione o meno, non interessa a nessuno.
Proviamo ad analizzare che cosa è successo in questi anni, partendo da atti e fatti reali ed oggettivi.
La delibera di LRH per “agevolare il processo di liberalizzazione e privatizzazione”
Gli amministratori di Lario Reti Holding non hanno mai spiegato quali sono le loro strategie anzi, nel giugno 2012, però, hanno fatto deliberare all’assemblea soci un progetto per “agevolare il processo di liberalizzazione e privatizzazione” anche del settore idrico nonostante l’esito referendario di un anno prima.
La particolarità sta nel fatto che 18 Sindaci che hanno approvato il progetto, un anno prima, avevano sottoscritto il manifesto per il “NO” referendario contro la privatizzazione e negli anni successivi, ancora oggi, sostengono di essere contro la privatizzazione. Distratti o consapevoli? (vedasi elenco )
La Legge Regionale 26/2003 e l’obbligo dell’affidamento del servizio tramite gara.
La Legge Regionale del 2006 ha previsto, come ben ricorda Molgora, la separazione del patrimonio dall’erogazione del servizio ma non ha imposto l’affidamento del servizio tramite gara a privati. La modalità dell’affidamento in house providing ha le sue origini dalle sentenze della Corte di Giustizia Europea, la prima è la sentenza Teckal del 18.11.1999, antecedente la Legge Regionale.
Nessuna Legge, europea, nazionale e regionale prevede l’affidamento diretto che è una deroga alla norma che prevede la gara.
Non è vero, quindi, che la Legge Regionale ha imposto la gara.
La costituzione di LRH per fusione di 4 società.
La Legge Regionale, prevede la separazione, ma, nel 2008, si realizza la fusione, cioè l’unione di alcune società erogatrici dell’acqua e del gas. Nello stesso anno si realizza la scissione, cioè la divisione dell’acqua e del gas.
Secondo Molgora per consentire a “Lario Reti Holding, di partecipare alla gara per l’erogazione, sottraendola ai privati”. Sarebbe stato sufficiente creare le condizioni per l’affidamento diretto.
Sarebbe costato meno e non avremmo creato l’incredibile situazione attuale.
Chi pagherà il debito, al 31.12.2013, di 22milioni di euro di Idrolario?
Saranno gli utenti con il pagamento delle bollette e con ulteriori aumenti tariffari, cioè delle bollette.
Il beneficio sarà per Idroservice (LRH) ossia dei 27 Comuni, ex soci Acel (lecchesi), che sono proprietari della società per il 86,63%, 6 Comuni lo sono per il 51,1% di LRH.
Se non saranno gli utenti, saranno i Comuni soci di Idrolario, di cui il meratese, il casatese, dell’oggionese, e altri non ex Acel, che rappresentano il 66,26% di Idrolario ma solo il 7,80% di LRH, a dover pagare.
Non sembra che la partecipazione sostanziale, e non solo di voto in assemblea, sia equa e unica in termini di costo per gli utenti (i cittadini). (allegate tabelle per area e per Comuni)
Ovviamente il danno maggiore l’hanno subito i cittadini e gli utenti.
Non credo sia necessario commentare, nella società che fa utili, con il servizio idrico, la quota di partecipazione dei lecchesi è dell’86,83%, pur rappresentando il 45,49% degli abitanti, mentre nella società che, come dice la Corte dei Conti, è stata costretta alla perdita è del 66,25% rappresentando il 54,51% degli abitanti. In sintesi, con il pagamento del debito/credito e non con la compensazione, i lecchesi beneficiano di € 11.736.095 mentre gli altri devono farsi carico di 12.916.658.
Come mai, se la legge Galli, citata anche da Molgora, statuiva il principio che il costo del servizio idrico dovesse essere unico per tutto l’ambito, ci sono queste enormi differenze?
Con la proposta di Merate, alla cui elaborazione, come noto, ho partecipato, questa disparità scomparirebbe.
Mi si potrebbe obiettare che, essendo cittadino di un Comune lecchese, Olginate, dovrei farmi i fatti miei considerato che il mio Comune ci “guadagna” e che i Comuni non lecchesi sembrano avvallare questa sperequazione senza porsi problemi o interrogativi. Scusatemi, non ce la faccio, non riesco ad essere campanilista ed interessata, per me il senso della politica è ragionare in termini di collettività e di uguaglianza.
Dice ancora Molgora che la fusione era resa necessaria dalle perdite annuali di 1,5milioni di euro da parte del CIAB dovuta al blocco delle tariffe da oltre dieci anni. Ma anche questo non risponde al vero, non lo dico ma i bilanci del CIAB. La perdita del CIAB non era dovuta ai costi di gestione ma all’aver rivalutato i beni della società in sede di trasformazione da Consorzio in SpA; era sostanzialmente una perdita virtuale e contabile ma non reale. Addossare sempre la colpa alle tariffe è come attribuirla agli utenti che però non hanno gestito la società. Ma perché i cittadini devono sempre pagare le colpe di una politica incapace?
Nel 2010 il servizio affidato, con la modalità dell’in house, a Idrolario, costituita per scissione da LRH nel 2008, resa possibile, come precisa Molgora, da novità legislative nazionali e regionali. Inesatto. Non esistono e non sono mai esistite leggi regolanti l’affidamento diretto (in-house), tale modalità di affidamento è definita dalla giurisprudenza, in primis quella europea, di cui la prima sentenza è quella Teckal del 1999, già citata.
Sicuramente è vero che Idrolario non era dotata di adeguata struttura, e da qui, come sottolineato anche dalla Corte dei Conti, derivano tutti i problemi economici e finanziari. Chiedo, però, a Molgora, all’epoca Assessore Provinciale alla partita, non si è provveduto trasferendo lavoratori, strutture e necessarie risorse finanziarie consentendole di svolgere la propria attività in autonomia da LRH che ha, di fatto, svolto il servizio mediante un contratti d’appalto e di erogazione di energia imposti e non verificati nella loro congruità. L’hanno affermato gli amministratori di Idrolario. Chi doveva dotarla adeguatamente, peraltro, non dei terzi ma gli stessi sindaci dei Comuni soci sia di Idrolario che di LRH. Se fosse stato fatto avremmo una società per la gestione del servizio idrico efficiente, efficace ed economicamente equilibrata. Qualcuno non ha voluto? Provi a spiegarne le ragioni chi è stato protagonista di questa operazione, non a me, che sono brutto e cattivo, ai cittadini. Forse che anche questa sia colpa dei cittadini?
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1 Elenco Sindaci contro la privatizzazione che hanno deliberato l’apertura alla liberalizzazione e privatizzazione
2 Tabelle di riparto debito/credito Idrolario e Idroservice per area
3 Tabelle di riparto debito/credito Idrolario e Idroservice per area e comune
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intervista di Merateonline a Marco Molgora