I problemi, nel nostro Paese, sono tanti, troppi. Chi deleghiamo a risolverli il prossimo 25 settembre?
I partiti canditati sono tanti, anche qui troppi. Non avendo una preferenza definita sto valutando i vari programmi almeno di quelli che hanno una possibilità di superare la soglia di sbarramento del 3%.
La prima è la Lega ed il suo leader, Matteo Salvini, il più attrezzato per una campagna elettorale balneare, l’ambiente dove riesce ad esprimersi meglio
Salvini, anche in queste occasioni, non dimentica mai i problemi degli italiani ed ha sempre pronte le soluzioni più geniali per risolverli.
Attualmente ill suo principale cruccio è l’aumento del caro energia perchè creerà, nei prossimi mesi, forti disagi alle famiglie ed alle imprese.
Attualmente ill suo principale cruccio è l’aumento del caro energia perchè creerà, nei prossimi mesi, forti disagi alle famiglie ed alle imprese.
La soluzione è pronta, un po’ curiosa, però, che nemmeno il leader del probabile maggior partito della coalizione di destra, Giorgia Meloni, condivide.
La causa del caro energia sono le sanzioni alla Russia? La soluzione è semplice, basta eliminarle, secondo Salvini, e le bollette si ridurranno immediatamente.
Ma perchè prima di parlare non studia un poco? ARERA, l’Autorità di regolazione di settore, nel cui Consiglio ci sono suoi amici che ha contribuito a nominare, ha inviato al Parlamento e al Governo, pertanto anche a lui, una relazione che spiega lo stato dei servizi pubblici, compreso quelli energetici, dove sono indicate le criticità e tra queste le sanzioni non sono menzionate anche se la relazione è del giugno 2022 e le sanzioni erano già state applicate. Che non abbia letto la relazione? Può essere e, forse, è un fatto comune a molti politici anche non leghisti.
Lungi da me pensare che Salvini e la Lega siano filo putiniani o che abbiano vincoli, culturali e politici, con il regime di Putin anche se alcuni episodi noti lasciano perplessi.
Al congresso della Lega del 2013, quello che elesse segretario Salvini, erano presenti Alexey Komov, all’epoca Ambasciatore russo all’O.N.U., e Viktor Zubarev, deputato alla DUMA, ramo del Parlamento Russo, in rappresentanza di Russia Unita, il partito di Putin. Anche se all’epoca non c’erano le tensioni attuali, è stata una strana partecipazione quella di un Paese governato da un regime in difficoltà con la democrazia e con la garanzia dei diritti civili, compresa la libertà di opinione.
Tra gli amici russi troviamo Konstantin Malofeev, l’oligarca ortodosso che, secondo la stampa europea ed italiana, in particolare l’Espresso, avrebbe finanziato partiti dell’ultra destra europea, e
Alexander Dugin, l’ideologo di Putin e teorizzatore della teologia ortodossa eurasiatica anti-occidentale e del nazionalbolscevismo, ossia “il socialismo senza materialismo, ateismo, modernismo e progressivismo”, in sintesi potremmo chiamarlo marxismo o comunismo di destra.Dugin è stato ospitato più volte in eventi pubblici, seminari di formazione politica, nel nostro Paese, organizzati da Gianluca Savoini quel personaggio, già portavoce di Matteo Salvini e fondatore dell’Associazione Culturale Lombardia Russia, il cui presidente onorario è quel Alexey Komov, presente al congresso della Lega del 2013, e al centro della vicenda “Metropole”, oggetto di indagine da parte della Procura di Milano, per finanziamento alla Lega mediante acquisto di idrocarburi dalla Russia.
Nel 2018, durante il governo gialloverde, l’importazione di gas dalla Russia è aumentata di ca. 5 miliardi di mc rispetto all’anno precedente, ma questa è, sicuramente, una coincidenza che pone solo una domanda politica, avendo aumentato la dipendenza dal regime di Putin. Nel programma elettorale della Lega è sottolineata l’importanza della riduzione della dipendenza dal gas russo. Perché il Ministro degli Interni dell’epoca ha consentito che aumentasse nonostante l’occupazione militare della Crimea fosse già avvenuta? Forse perchè era già in essere l’accordo politico tra Lega e Russia Unita e per lo stesso motivo, in Crimea erano presenti i leghisti Stefano Valdegamberi e Gianluca Savoini come osservatori internazionali (fonte: East Journal – Torino), senza uno specifico incarico istituzionale, alle elezione presidenziali russe nel marzo 2018?
E l’accordo di collaborazione tra Lega e Russia Unita del marzo 2017, mai disdettato, nel quale, all’art. 7 è convenuto “Le Parti promuovono la cooperazione nei settori dell’economia, del commercio e degli investimenti tra i due Paesi”, dove lo lasciamo? Come possiamo anche solo ipotizzare di delegare al Governo del Paese, il segretario di un Partito che ha un accordo, pur legalmente non vincolante, con un Partito che vuole la distruzione dell’occidente e delle democrazie occidentali in linea con le teorie di Dugin? Non è una questione di sicurezza nazionale?
Nemmeno si possono dimenticare le magliette con l’immagine di Putin esibite al Parlamento Europeo ma anche sulla Piazza Rossa e l’ossessione per i simboli religiosi, che esibisce ad ogni occasione, per la famiglia tradizionale e la questione gender oltre che per l’immigrazione extracomunitaria, cioè per i punti centrali delle teorie di Dugin e della politica di Putin.
Non mi piace il comunismo di sinistra, non posso accettare il comunismo di destra.
Salvini vuole risolvere i disagi economici degli italiani con la riduzione delle imposte per i redditi più alti.
Ho provato a fare due calcoli, per meglio capire visto tutto quello che è stato scritto e detto, utilizzando il disegno di legge depositato in Senato il 17 maggio 2020 a firma Armando Siri, Matteo Salvini e altri. Il disegno di legge prevede l’attuazione in tre fasi, una già avvenuta con le “partite IVA”, la seconda che dovrebbe avvenire subito dopo l’insediamento del Governo di destra, sempre che la coalizione vinca l’elezioni, mentre la terza entro cinque anni penso dall’approvazione del disegno di legge, salvo modifiche.
La seconda fase, quella di prossima attuazione, è riservata ai redditi delle: i) famiglie monocomponenti, una brutta definizione ma è quella usata nel disegno di legge, con il limite di reddito di 26 mila euro; ii) alle famiglie monoreddito con un reddito sino a 50 mila euro; iii) alle famiglie bireddito con un reddito sino a 65 mila euro. Dai calcoli non risultano particolari benefici, anzi, le imposte aumentano, rispetto alle attuali, anche se in misura contenuta. Bisogna aspettare e capire se la “no tax area” viene mantenuta o meno visto che nel disegno di legge non se ne parla.
Una curiosità emerge dai calcoli, se una famiglia monoreddito ha un reddito di 50 mila euro, paga 7.500 euro di imposte, se il reddito aumenta di 2 mila euro le imposte diventano 10.920 euro ossia 3.420 euro, più del maggior reddito. Incredibile, chissà chi ha congegnato questa follia.
Una curiosità emerge dai calcoli, se una famiglia monoreddito ha un reddito di 50 mila euro, paga 7.500 euro di imposte, se il reddito aumenta di 2 mila euro le imposte diventano 10.920 euro ossia 3.420 euro, più del maggior reddito. Incredibile, chissà chi ha congegnato questa follia.
Qualche giorno fa, uno stretto collaboratore di Salvini, Armando Siri, l’autore della proposta di legge depositata in Senato, ad una precisa domanda circa il risparmio di imposte del 10% degli italiani più ricchi, ha risposto che l’Italia ha bisogno dei ricchi altrimenti non si potrebbe pagare il welfare (?). Mi vengono i brividi! Ha, inoltre precisato, stante l’insistenza dell’interlocutore, prof. Carlo Cottarelli, che la valutazione delle imposte dei ricchi dovrà essere affrontata nella III fase perchè solo in quella sarà estesa la flat tax a tutti i contribuenti.
Non riuscendo a capire che cosa sarebbe successo ai contribuenti che superavano i limiti indicati, magari anche solo di qualche euro ho, ulteriormente, approfondito il disegno di legge.
Sorpresa! Trovo un paragrafo del disegno legge che letteralmente riporto “Il capo II del titolo I del presente disegno di legge, al fine di mitigare l’imposizione fiscale sul reddito delle persone fisiche che non rientrano tra i soggetti che beneficiano della Flat Tax, intende accorpare le ultime tre aliquote dell’Irpef, abrogando l’aliquota del 41 per cento e quella del 43 per cento...”, proponendo di sostituire gli attuali scaglioni con tre aliquote, il 23% sino a 15 mila euro, il 27% sino a 28 mila euro ed il 38% per i redditi superiori.
Quello che succederà per i redditi alti, quelli dei ricchi, è riportato nella tabella dove è indicato il risparmio in euro ed in percentuale e le aliquote che risulteranno applicate, secondo le fasce di reddito, ai redditi da 75 mila euro in su. Il disegno di legge prevede, inoltre, che, negli anni successivi, sugli incrementi di reddito rispetto all’anno precedente sarà applicata l’aliquota unica del 15%, ulteriore grasso regalo ai redditi più alti.
Questi meccanismi, peraltro, superano i dubbi di legittimità costituzionale essendo garantita la progressività come evidenzia l’ultima riga della tabella. Con buona pace delle diseguaglianze sociale!
Questi fenomeni di leghisti non sanno nemmeno fare i conti, infatti Siri, ha confermato di non averli fatti, ma mentono anche contando sul fatto che nessuno si prende la briga di leggere il disegno di legge depositato al Senato.
Ma non finisce qui, oltre alla riduzione, non immediata ma programmata, delle imposte per i più ricchi, le promesse riguardano anche l’IVA, un imposta odiosa perchè misura la capacità contributiva sui consumi, anche necessari, e non sui redditi, e, come indicato nel programma elettorale, molte altre riduzioni per famiglie ed imprese con una ovvia riduzione delle entrate compensate, però, dagli aumenti delle erogazioni a fondo perdute o liberalità come i crediti di imposta, i bonus ed i super-bonus.
Come faranno a realizzare l’equilibrio di bilancio che non è solo un obbligo di legge, è, sopratutto, una regola di buon governo che se non rispettato può portare al fallimento del Paese. Secondo Siri, con le contribuzioni dei ricchi italiani ai quali, però, viene regalata una consistente riduzione delle imposte.
Credo che il primo ostacolo sul percorso della Lega sarà la Ragioneria dello Stato che deve vigilare sul rispetto dei principi di formazione del bilancio.
Quando ricevo email o telefonate che promettono la ricchezza in poche settimane, magari con il solo versamento di 200/250 euro, cestino tutto perchè non mi faccio truffare da chi promette cose impossibili.
Ho letto il programma elettorale della Lega, 202 pagine di negazione dei diritti civili, quelli fissati dall’art. 3 della Costituzione, in linea con il nazionalbolscevismo di Dugin e di promesse impossibili, accompagnato anche da menzogne, sarà meglio che lo cestini, cancellando anche l’ipotesi, già remota, di dare il mio vota alla Lega e a Salvini. Invito anche chi sta soffrendo per le diseguaglianze a riflettere perchè il populismo è questa roba, promettere ed illudere gli elettori sapendo di non poter rispettare le promesse.
Pensare che, secondo i sondaggi, sarà Giorgia Meloni a proteggere il Paese dalla Lega, mi spaventa!