In questa campagna elettorale, molto strana, il leit-motiv programmatico è l’Agenda Draghi. Ma che cos’è?
È solo il tentativo di accalappiare i voti di quelli che si sono rammaricati per la fine del Governo e che hanno un opinione positiva secondo i soliti sondaggi, che non so se esprimono realmente l’opinione degli Italiani o se è solo l’opinione di alcuni.
Non dimentichiamo che il Governo era sostenuto da una coalizione composta dal 88,6% dei deputati e dal 85,6% dei senatori, praticamente quasi tutto il parlamento, compresi i partiti o gruppi personali o familiari, la sola eccezione di Fratelli d’Italia e qualche altro isolato parlamentare.
Un Governo non politico e nemmeno tecnico, composto dal premier e 10 ministri indipendenti su 23, un vero commissariamento della politica che aveva l’unico punto di forza nella presunta credibilità del premier dovuta alla non credibilità di tutti gli altri ma anche al fatto di essere una garanzia per la finanza europea e mondiale.
Il premier, una volta, disse, parlando del bilancio dello Stato, che c’è il debito buono ed il debito cattivo, nello stesso modo si può dire che esiste la finanza buona, quella strumentale e punto d’incontro tra il risparmio e gli investimenti, e una finanza cattiva, quella che sta monopolizzando l’economia mondiale a danno della collettività, quella figlia del neo-liberismo e della deregulation. La credibilità del premier è nella considerazione della finanza cattiva dovuta alla sua storia professionale e non politica che ha avuto un percorso ben delineato nel discorso, nella veste di direttore generale del Tesoro, del 2 giugno 1992, sullo yacth Britannia della famiglia reale britannica quando delineò un nuovo ordine sociale ed economico fondato sulla deregulation, o deregolamentazione come la chiama nel discorso, di matrice reaganiana o thatcheriana, cioè il fondamento della privatizzazione togliendo allo Stato ogni funzione di regolazione e di controllo.
Nulla di male, nessun complotto, ognuno ha le proprie opinioni che sono legittime finché non costituiscono pregiudizio alla democrazia e alle libertà individuali, il neo-liberismo, peraltro, intende garantire sia l’una che l’altra anzi migliorarle.
Poi il neo-liberismo, impoverendo i popoli per arricchire poche persone, quel 10% di persone che, secondo i dati del World Inequality Database, possiede, nel 2021, il 76,26% della ricchezza mondiale e di cui l’1% ne possiede il 38,34%(?), limita sia la democrazia che le libertà ma questo è un incidente di percorso.
Non è del tutto escluso, e nemmeno provato, che quello che sta succedendo con i costi dell’energia sia dovuto alla credibilità di cui gode il premier.
Non è del tutto escluso, e nemmeno provato, che quello che sta succedendo con i costi dell’energia sia dovuto alla credibilità di cui gode il premier.
Chi propone come programma l’Agenda Draghi o, addirittura, ripropone come premier lo stesso Draghi, ha deciso di rinunciare ad un programma politico riformista e progressista per continuare ad affiancare la finanza cattiva.
Stiamo attenti quando decideremo chi votare perchè dietro le promesse elettorali ed i proclami, si nascondono le insidie che possono peggiorare una situazione già precaria. Noi riteniamo i nostri parlamentari incapaci ed incompetenti ma se la ragione fosse un altra?
L’inflazione elevata, quando supera il limite fisiologico del 2%, può portare vantaggi a qualcuno ma danni solamente ad una parte, a quel 90% della popolazione che possiede solo il 23,74% della ricchezza mondiale.
L’inflazione elevata, quando supera il limite fisiologico del 2%, può portare vantaggi a qualcuno ma danni solamente ad una parte, a quel 90% della popolazione che possiede solo il 23,74% della ricchezza mondiale.