Non ho mai provato tanto disgusto come in questi giorni. La politica è un confronto di opinioni, un confronto anche duro che non deve mai andare oltre.
Le esternazioni di Matteo Salvini contro il Presidente della Repubblica, contro il Presidente della Camera, contro la Magistratura, contro tutti, non è politica è solo volgarità. Matteo Salvini non è un razzista, sarebbe già grave, è uno che odia tutti quelli che la pensano in modo diverso.
Non si è mai visto un Ministro degli Interni (uso le maiuscole iniziali per rispetto delle Istituzioni non dell’uomo) e un vice premier istigare all’odio.
Non si è mai visto un Ministro degli Interni “usare” il ruolo istituzionale, che dovrebbe essere super partes, per continuare a fare campagna elettorale con la formula del “tutti contro”.
Non sono abituato ad insultare, ognuno può fare e dire quello che vuole, fino ad un certo punto, però, e, comunque, nel rispetto delle leggi e, specialmente, per chi ha giurato fedeltà e rispetto della Costituzione. Preferisco fare delle valutazioni politiche, gli insulti non portano da nessuna parte.
È un invito che rivolgo anche agli esponenti del PD e di LeU che dovrebbero, innanzitutto, fare autocritica perchè quasi tutta la responsabilità di questa situazione è imputabile a loro. Non serve a nulla fare i risentiti per aver perso le elezioni, ognuno raccoglie quello che semina. Un passo indietro e una dimissione quasi di massa potrebbe aiutare a rilanciare un progetto politico credibile. Non è accettabile che chi ha continuamento sbagliato e favorito interessi diversi da quelli dei cittadini, sia chiamato a porvi rimedio.
Avevo sperato che il M5S, pur non avendolo votato, potesse veramente realizzare il cambiamento promesso. Al disgusto si aggiunge la delusione.
Il 6 agosto ha realizzato una classica operazione “cencelliana” di spartizione di poltrone arrivando addirittura ad avallare, anzi ad essere attore, di un fatto, peggiore di quelli che Grillo ha sempre censurato, con la nomina per l’organismo di gestione di ARERA, l’autorità preposta al controllo delle gestioni dei servizi pubblici, di esponenti provenienti dalle società “regolate”, ossia soggette al controllo. La tipica situazione di conflitto di interessi con il controllato anche controllore. Sulla spartizione l’accordo, in questo caso raggiunto subito, trasversale, ha accontentato tutti, Lega, M5S, PD e Centro-destra.
Qualche giorno dopo, ha approvato il “decreto dignità”, il più inutile e insignificante provvedimento legislativo di sempre. Solo parole, utili per il consenso ma inutili per risolvere i problemi della precarietà, della ludodipendenza o del trasferimento delle aziende all’estero. Non sono reali nemmeno le critiche provenienti dalle opposizioni che ipotizzano effetti contrari. È solo inutile.
Poi succede la tragedia di Genova, grandi proclami, revoca della concessione alla società di gestione, ma tutto si è risolto con la partecipazione ai funerali per raccogliere applausi e fare dei selfies. Che vergogna, che brutta immagine del nostro Paese. I morti, oltretutto per colpa degli organi dello Stato, devono essere onorati in silenzio con grande costernazione e, perchè no, con qualche lacrima. Usare il dolore delle famiglie per una strumentalizzazione politica è vergognoso, da qualsiasi parte provenga.
I proclami avevano rafforzato le speranze. Un’altra delusione. Si è aperto il caso della “Diciotti” e la tragedia di Genova è passata in secondo piano, nessun esponente di Goveno ne parla più. Forse qualcuno ha la coda di paglia ed è meglio non parlarne?
Certo che utilizzare dei “disgraziati”, in fuga dal loro Paese, con la speranza di un futuro dignitoso ed umano, per la sola ricerca del consenso, scusatemi il bisticcio di parole, è disumano oltre che vomitevole. Se tra i migranti si può nascondere qualche terrorista si adottino le giuste misure di controllo. Se ci sono cooperative o la malavita organizzata che speculano sulle migrazioni, e sono convinto che sia così, il Ministro degli Interni, di concerto con il Ministro di Grazia e Giustizia, promuova le necessarie iniziative, affidandosi alla Magistratura, per combatterle, gli strumenti ci sono, salvaguardando, però, la dignità delle persone. Esiste solo una razza, la razza umana e la solidarietà è fondamentale.
Il Ministro degli Interni non può permettersi, non fa parte delle funzioni a lui attribuite, sequestrare persone, arrestare illegalmente o abusare dell’uffico attribuitogli, non lo dico io, lo dice la Procura della Repubblica di Agrigento. Ma si rende conto, Matteo Salvini, della gravità degli insulti indirizzati, con il comizio di Pinzolo, alla madre della figlia del folle e delinquente senegalese che ha violentetato la minorenne a Jesolo? Questa donna ha la sola colpa di esserne stata la compagna. Come detto, non è solo una questione di razzismo, si tratta di odio da inculcare ad altri per accrescere il consenso. Non tutti i senegalesi, o i migranti, in genere, sono folli e delinquenti come non tutti gli italiani sono probi ed onesti.
Non si va lontano con l’odio. Non è un caso che il deputato leghista Bellachioma abbia postato su Facebook il messaggio indirizzato alla magistratura agrigentina: “Messaggio da parte della Lega Abruzzo: se toccate il Capitano vi veniamo a prendere sotto casa..occhio!!!“. In un Paese normale, probabilmente, sarebbe già in carcere, magari, per terrorismo. La Lega o Matteo Salvini, non mi meravigliano.
Mi stupisce il M5S che, dopo aver dato lezioni di etica e di morale, per anni, a tutti, chiuda la questione, per bocca di Di Maio con “Il nostro codice etico dice che Matteo Salvini non si deve dimettere“. L’etica è un principio, non è un’opinione.
Bisogna riconoscere che gli esponenti del M5S sono stati veloci ad imparare ed applicare tutto quello che hanno pesantemente criticato e censurato agli altri. Solo pochi mesi sono stati sufficienti.
M5S, Di Maio, Grillo e compagnia, andate a vaffa…… Non credo sia un insulto, è un vostro slogan.
Un invito agli amici e compagni che hanno militato, sino alla nascita del PD, nella sinistra italiana, nelle varie formazioni che hanno contribuito, anche con i loro errori, a far grande questo Paese. Proviamo a rilanciare un progetto politico che raccolga quelle eredità che possono ancora essere il riferimento per la costruzione di una società equa e giusta. L’invito è rivolto anche a chi, per ragioni comprensibili, fa oggi riferimento al M5S, alla Lega o ad altri partiti. La sinistra non è un partito o uno schieramento, è un insieme di valori e di principi che non possiamo aver dimenticato o cancellato solo perchè delusi da chi ha ne ha approfittato per autoreferenzialità o opportunismo.