Il prossimo 2 agosto è convocata l’assemblea di Idrolario per approvare, tra l’altro, il bilancio 2012.
Il bilancio era stato bocciato nell’assemblea del 11 luglio scorso perché chiudeva con una perdita di circa 2,5 milioni di euro che, secondo alcuni sindaci, quelli che hanno votato contro il bilancio, poteva essere evitata semplicemente prevedendo l’aumento delle tariffe anche retroattivamente per il 2012 e escludendo il rimborso della remunerazione del capitale investito (abrogata dal referendum del giugno 2011) per gli ultimi mesi del 2011.
Il bilancio non è un atto di fantasia e nemmeno un elastico. Il bilancio, in una società di capitali, viene redatto sulla base di principi e criteri fissati dal codice civile e da principi contabili, nazionali e europei, che non sono derogabili. I principi di redazione del bilancio, art. 2423 codice civile (cito la disposizione legislativa non per eccesso di tecnicismo ma per sottolineare che non è una mia opinione – ndr), sono chiarezza, veridicità e correttezza.
Gli amministratori, in conclusione della Nota Integrativa, dichiarano “Il presente bilancio, composto da Stato Patrimoniale, Conto Economico e Nota Integrativa, rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria nonché il risultato economico dell’esercizio e corrisponde alle risultanze delle scritture contabili.”
Il Collegio Sindacale al quale competono le questioni di legittimità e non di merito, nella sua relazione accompagnatoria, dichiara “Il Collegio ritiene che il bilancio al 31 Dicembre 2012 così come presentato dal consiglio di Amministrazione, rappresenti in modo veritiero, corretto e prudenziale la situazione patrimoniale e finanziaria della società ed il risultato economico dell’esercizio.”
I soci che non approvano il bilancio chiedono che venga modificato inserendo la retroattività della tariffa e l’annullamento del rimborso della remunerazione del capitale investito.
Se gli amministratori e i Sindaci (Collegio sindacale) recepiranno la proposta dei Sindaci (Comuni), modificando il bilancio e certificando nuovamente il bilancio, quale dei due bilanci è chiaro, veritiero e corretto? Il primo o il secondo? Se i principi sono rispettati nel primo, come possono essere rispettati anche nel secondo o viceversa? Non può esistere coerenza della dichiarazione e della certificazione di un bilancio che chiude con una perdita, 2,5milioni di euro, e dello stesso bilancio che chiude però in utile. Forse sono i misteri della politica che riesce a far diventare coerenti anche le incongruenze e le contraddizioni.
È possibile per l’assemblea dei soci modificare il bilancio in sede di approvazione? La dottrina non è concorde anche se la prevalenza ritiene che l’assemblea possa approvare o non approvare il bilancio e non apportare modifiche. Non ho trovato giurisprudenza, sentenze, ma, se qualcuno impugnerà il bilancio modificato e approvato, potrebbe costituirsi “il caso”. La responsabilità della redazione del bilancio compete agli amministratori e la certificazione al Collegio sindacale. Se il bilancio, con le modifiche volute dai soci, non rispettasse i canoni previsti dal codice civile e dai principi contabili, le responsabilità, anche penali, ricadrebbero sugli amministratori e sui revisori.
Stiamo a vedere cosa succede; c’è sempre da imparare.
Non sarà tollerato l’aumento delle tariffe anche per il 2012 e nemmeno la soppressione del rimborso della remunerazione del capitale voluto dalla maggioranza degli italiani, e anche dei lecchesi, con il referendum per l’acqua pubblica del 2011.
I Comuni soci dovrebbero attivarsi per ottenere il rimborso degli utili realizzati da Lario Reti Holding (10/15milioni di euro) che i cittadini hanno pagato con le bollette dell’acqua, diventate troppo care, e che non sono andate a beneficio della collettività rafforzando solo la capacità finanziaria, per operazioni estranee al servizio pubblico, di Lario Reti Holding. Può essere fatto nel 2013 e, con questo, coprire le perdite degli esercizi precedenti e ripristinare la capacità finanziaria di Idrolario senza gravare sui Comuni e sui cittadini.
Gli utili e il patrimonio di Lario Reti Holding sono dei cittadini, tutti, e di nessun altro. Devono essere limitati alla copertura degli investimenti nel miglioramento dei servizi pubblici o restituiti ai cittadini anche attraverso la riduzione delle tariffe e delle bollette.