Lo afferma la Premier Giorgia Meloni durante il Question Time alla Camera.
Un’assurdità, significa, al contrario, che il Premier non sa che cos’è lo spread e come funziona ma, questo, non meraviglia, è tipico dei politici parlare di cose che non conoscono alla ricerca di una inutile autoreferenzialità che li fa diventare tuttologi senza rendersi conto che il tuttologo, generalmente, è chi parla del nulla pur ignorando l’argomento.
Non è una caratteristica solo dell’attuale Premier, forse è più marcata per effetto dell’arroganza e spavalderia, è una caratteristica di tutti coloro che, purtroppo, hanno governato il Paese. Forse non è un caso che l’Italia sia in pessime condizioni economiche e sociali.
Possibile che la politica non sappia che cos’è lo spread? Usano termini inglesi senza conoscerne il significato?
La Premier, con soddisfazione, afferma che lo spread è sceso sotto i 100 punti base ma, non essendo lo spread un indice, non esistono “punti base”, ed è, sia lessicalmente che tecnicamente, sbagliato: lo spread è sceso sotto un punto percentuale rispetto ai BUND tedeschi che non sono una base e tanto meno sono 100.
Non è un sofisma, è sostanza, specialmente se queste affermazione sono fatte in sede parlamentare da chi è delegato al governo del Paese. Quando si fa riferimento ad un indice “base” si intende un obiettivo ottimale da perseguire o un punto di partenza mentre, nel caso specifico indica che il costo dei BOT a 10 anni italiani è un punto percentuale superiore a quello del BUND 10 anni tedesco e, nessuno ha stabilito che il rendimento dei BUND tedeschi sia un obiettivo o un punto di partenza.
Ma il ridicolo continua con l’affermazione che la riduzione dello spread attesta, rispetto ai mercati finanziari, una maggior credibilità del sistema Italia rispetto al sistema tedesco. Quando non si sa che cos’è lo spread, è facile cadere in equivoci e confusioni. Un punto percentuale del costo del debito italiano rispetto a quello tedesco, pari ad un maggior costo del 38%, conferma, se lo si vuole leggere in funzione credibilità, che quella tedesca è peggiorata ma è sempre superiore a quella italiana.
Leggo commenti di giornalisti qualificati, o forse solo titolati, che giudicano in modo positivo la riduzione del divario attribuendola anche all’incisività dell’azione di governo ma non è vero, è aumentato il rendimento dei titoli di stato tedesco più di quanto sia aumentato quello italiano ed in conseguenza è diminuita la differenza, cioè lo spread.
In realtà lo spread non ha alcun significato rispetto alla situazione interna di ciascun Paese, non rappresenta nulla. Il costo del debito con un tasso del 3,69%, praticamente costante dalla metà del 2022 e circa il 50% in più del tasso di riferimento fissato dalla BCE, è indice di incapacità di governo che consegna alla finanza la regolazione dei costi finanziari la quale, come è ovvio e naturale, non si preoccupa degli effetti negativi sul sistema perchè fa gli affari suoi.
È solo ignoranza come qualcuno si chiede? Se fosse così, sarebbe comunque preoccupante attesterebbe una inidoneità al ruolo dove i furbi possono inserirsi per avvantaggiarsene.
Il tasso di riferimento della BCE è anche un tasso di rifinanziamento che le banche pagano per ottenere prestiti quando hanno bisogno di liquidità magari per acquistare titoli di stato con uno spread, in questo un divario che consente di realizzare profitti. Potremmo dire che le banche utilizzano soldi pubblici per fare profitti sempre con soldi pubblici.
Noi stiamo a guardare e crediamo alle favole che ci raccontano?