La farsa continua. L’arroganza e la prepotenza della politica, che invece di essere serva del popolo si ritiene il domino, e crede di poter esercitare questo dominio con le minacce e le ingiurie ma non sa che c’è sempre qualcuno che non le teme e che, pur in modo democratico e nel rispetto delle regole, le si oppone.
Quale è la motivazione che non turba la serenità e a non demordere? La convinzione che ognuno di noi ha un dovere civico che è quello di garantire i diritti degli altri, specialmente quelli dei più deboli e disagiati sottraendoli dagli abusi della politica che il disagio ha creato.
Come ho sempre fatto negli ultimi dieci anni, dopo l’approvazione del bilancio 2024 di SECAM, con accesso alla “sezione trasparenza” dove, per legge, la società ha l’obbligo di pubblicarli, ho prelevato copia del bilancio appena approvato e, sorpresa, ho trovato nella prima pagina, la lettera ai soci, la seguente dichiarazione:
“Ancora una volta invece (si rivedano le lettere ai soci del bilancio 2023 e 2022) ci troviamo alle prese con una nuova inchiesta della magistratura – avviata questa volta a seguito di un esposto dell’ATO della Provincia di Sondrio risalente addirittura al mese di novembre del 2023 – e con una iniziativa del Comitato Coordinamento Acqua Pubblica della Provincia di Sondrio che, attraverso le parole del proprio consulente Remo Valsecchi, accusa pubblicamente il Gestore del Servizio Idrico di falsare i bilanci, di occultare contributi a fondo perduto, nonché di applicare in modo truffaldino lo schema tariffario ARERA”.
Segue la ripetuta minaccia di azione giudiziaria per “accuse calunniose, ingiuriose e, soprattutto, false”. Forse l’unico falso è la dichiarazione del Consiglio di amministrazione di SECAM come spiego di seguito.
Non mi interessa e non mi riguarda l’esposto dell’ATO di Sondrio, anche se è strano che l’Ente strumentale della Provincia e, indirettamente dei Comuni, abbia fatto un esposto contro la società partecipata dagli stessi Enti Locali. Una lite in famiglia?
Quello che mi interessa evidenziare è la seconda parte: un colossale falso. Il Comitato Acqua Pubblica di Sondrio non si è espresso tramite le mie parole, un’affermazione che potrei ritenere anche offensiva perché nega la mia autonoma e libera espressione di pensiero che, normalmente, rifiuta suggerimenti ed indirizzi. Non rappresentando e non aderendo ad alcun partito o espressione ideologica non esprimo delle opinioni ma spiego, per informare, quello che rilevo dalla documentazione.
Non ho accusato il gestore del servizio idrico di falsare i bilanci, anche perché non lo penso, ho solo evidenziato le criticità finanziarie della società spiegandole con i valori del bilancio senza alcuna loro modifica proprio perché ritenuti corretti. Ho modificato solo un dato quello delle passività correnti, peraltro a favore della società modificando in aumento l’indice di liquidità notevolmente più basso del minimo fissato dalla prassi, ritenendo più corretto escludere una posta passiva riferita agli investimenti e, quindi, non corrente.
Rilevare la criticità non è un’accusa di falso in bilancio se è il bilancio e la relazione del bilancio 2023 ad evidenziarla, oltre ad essere, nello stesso bilancio, rilevata dal Collegio sindacale che la chiama “fragilità”. Una criticità confermata, anche in modo più drammatico, dalle dichiarazioni di esponenti della società dopo l’approvazione del bilancio 2024.
Non ho accusato la società di occultare i contributi a fondo perduto. Ho criticato, e confermo la critica, la modalità introdotta da ARERA e applicata dall’ATO, con l’inserimento di una componente di costo, riferita ai contributi a fondo perduto, che non li occulta, li raddoppia per consentire maggiori profitti al gestore che pur beneficiandone ne è estraneo dovendo solo applicare le tariffe fissate da ATO.
Avendo sottolineato l’estraneità della società nella predisposizione delle tariffe, è impossibile che l’abbia accusata di comportamento truffaldino, non è mia abitudine accusare di possibili reati durante le mie relazioni non essendo di mia competenza il giudizio, infatti non considero truffaldino nemmeno il Metodo Tariffario predisposto da ARERA, l’ho definito un equivoco, lasciando a chi ha la competenza il giudizio.
Per il momento, non procederò con querela: preferisco attendere quella annunciata da SECAM perché, qualora contenesse false accuse nei miei confronti avanti l’autorità giudiziaria, ciò integrerebbe una calunnia. Gli amici avvocati con cui mi sono confrontato nel corso della mia vita ed impegno civico, mi hanno sempre detto che le querele si fanno se ci sono i presupposti, non le si minacciano con possibilità poi di soprassedere perché tale ultimo è un comportamento che tenderebbe solo a spaventare e limitare la libertà di espressione, ma che denota debolezza ed imbarazzante scarsità di argomenti.