Non è una questione personale, me ne guarderei bene, ma non posso non replicare a Marco Canzi, che so essere persona intelligente e capace.
Uno di quei “compagni di strada” del Sindaco di Merate, sbagliati perché non moderati, sono io. So di essere criticato, oggetto di pettegolezzi, forse anche detestato, da parte di molti sindaci e esponenti politici locali, ma questo, per me, è una gratificazione. Il tema, però, non sono io, bisogna spersonalizzare le questioni anche se una considerazione sul “moderato” è opportuna.
Chi è un moderato? Colui che, asservito al centro di potere politico, è sempre consenziente per beneficiare di opportunità o colui che si mette al servizio della collettività perché siano garantiti gli interessi generali, cioè quelli di tutti i cittadini? Se il moderato è la prima ipotesi, non sono un moderato e me ne compiaccio.
Canzi chiede quali sono le strategie? Innanzitutto nel governo della cosa pubblica non dovrebbero esistere strategie ma programmi e obiettivi. Non ci sono strategie politiche nel “Progetto Merate”, ci sono obiettivi, illustrati in modo circostanziato, senza alcun retro pensiero. Gli obiettivi, detti e ridetti, sono l’erogazione di un servizio essenziale, l’acqua, alla tariffa più bassa possibile, lontani dal profitto ossia dal surplus non necessario per la copertura dei costi e degli investimenti con due punti fermi, il rispetto della legge e dell’esito referendario.
Capisco che è abitudine della politica dire una cosa e farne un’altra tanto da ritenere non normale un comportamento coerente. Lo spirito di servizio, normalità nella gestione delle Istituzioni, è una anomalia per chi interpreta la politica come un’opportunità personale.
In Andrea Massironi ho riscontrato coerenza e impegno civico che apprezzo e che ha facilitato la condivisione di un percorso pur non facendo riferimento alla medesima area politica.
I giochini e le furbizie, magari interessati oltre che poco trasparenti, come le numerose, inutili e costose operazioni societarie dal 2007 ad oggi, devono finire perché producono danni ai cittadini prelevando ulteriore denaro dalle loro tasche ormai vuote. Che sia l’impoverimento dei lecchesi la strategia?
Un solo esempio, per non dilungarmi troppo. Il bilancio 2012 di Idrolario chiude con una pesante perdita ma, per volontà dei soci e con un forte sostegno tecnico di Marco Canzi, la perdita diventa un utile con un’operazione poco legittima, nonostante il voto contrario di Ballabio, Castello Brianza, Cernusco, Ello, Mandello, Merate, Oggiono, Santa Maria Hoè, Suello e con la successiva censura della Corte dei Conti.
Gli utenti del servizio (i cittadini) dovranno pagare, per questa dubbia manovra di bilancio, 3,2milioni di euro attraverso un ulteriore aumento delle bollette di cui ne sentiranno gli effetti nel corso del 2015 e del 2016. I Comuni del meratese, casatese, oggionese e alto lago, che in Lario Reti Holding contano quasi niente nonostante rappresentino la maggioranza della popolazione provinciale, non si rendono conto che stanno facendo pagare ai propri cittadini gli utili dei Comuni lecchesi? O non vogliono rendersene conto? O è una strategia?
Il resto delle operazioni “strane” sarà contenuto in un “dossier”, in fase di elaborazione, perché i cittadini devono sapere quello che la politica locale nasconde o non dice.
Il meratese, ma anche il casatese, l’oggionese e l’alto lago, escono più deboli da questa vicenda, e su questo concordo con Canzi, ma non per ragioni di equilibrio politico, che lasciamo alle segreterie dei partiti, ma per ragioni economiche che nel pubblico si chiamano minori servizi ai cittadini e per una ridotta rappresentatività perché in LRH, dove si decidono le sorti del servizio idrico, ma non solo, non contano nulla.
Il Comune di Merate ha, sin dalla prima stesura del progetto, sollecitato il confronto dichiarandosi disponibile ad una sua revisione, anche totale, se rispettata la normativa vigente, l’esito referendario e la delibera del Consiglio provinciale. Marco Canzi lo sa, avendo partecipato, con me ed altri, ad un tavolo tecnico che doveva trovare una soluzione condivisa. Il tavolo è saltato, di fatto al primo incontro, per il mancato superamento della pregiudiziale del rispetto della legge voluta da Massironi, e da me condivisa. L’indisponibilità è stata manifestata, in particolare, dal “moderato” Canzi. Non credo che la richiesta del rispetto della legge sia da considerare un’imposizione o una strategia. Spero che insistere per il rispetto della legge non sia considerata una radicalizzazione. Insistere su operazioni non legittime, rilevate anche dalla Corte dei Conti, è una radicalizzazione che nasconde strategie non chiare.
La risposta, nemmeno diretta ma a mezzo stampa, all’invito al confronto, è stata quella di dichiarare la proposta “irricevibile” da parte di cinque Comuni, Garlate, Galbiate, Lecco, Mandello Lario, Valmadrera, che, nell’assemblea di LRH, detengono, di fatto, la maggioranza dei voti pur rappresentando una minoranza della popolazione provinciale.
Ai sostenitori del “progetto Merate” viene attribuita l’indisponibilità al confronto. La disponibilità dell’amministratore unico di LRH è quella di partecipare a Consigli Comunali a porte chiuse, escludendo non solo il confronto ma anche la stampa impedendo la doveroso informazione. I cittadini hanno il diritto di sapere. Il Comune è una “casa di vetro”, la casa comune, cioè di tutti. Il Comune non è il luogo dove, in segreto, si elaborano strategie. Probabilmente le strategie dell’amministratore di LRH e di quei cinque sindaci non sono chiare e non possono essere svelate.
Non sono un moderato, ma nemmeno un distratto. Canzi afferma che la condivisione, da parte del Comune di Merate, deve essere richiesta a LRH in quanto incaricata dalla maggioranza dell’Assemblea soci del soci.
La maggioranza dell’assemblea dei soci di LRH sono cinque Comuni, Lecco, Valmadrera, Galbiate, Garlate e Mandello Lario, gli altri 84 Comuni sono un corollario che non conta niente anche se i loro cittadini pagano la maggior parte delle bollette. Una ventina di Comuni, tra i quali Calolziocorte, non soci di LRH, nemmeno partecipano alle assemblee dove si decide.
Forse è per questo motivo che l’assemblea ha conferito un mandato e l’amministratore ha fatto un’altra cosa con l’avallo di Canzi, probabilmente erano d’accordo i cinque sindaci. Canzi è utile per tranquillizzare i sindaci del meratese e del casatese.
Una cosa vorrei chiedere a Canzi. È veramente convinto che la mancanza di dialogo sia dovuta “alle sparate contro i lecchesi”? La impossibilità di dialogo è nella dichiarazione di “irricevibilità” della proposta, da parte dei cinque sindaci, ancora prima di averla esaminata. Comunque il messaggio finale è chiaro e fa rabbrividire.
“Vieni giù dal fico!”, dicevano i nostri vecchi.
replica all’articolo di Marco Canzi del 14.04.2015 [vedi]