Alcuni amici mi hanno detto: lascia perdere, non commentare il “decalogo”, se non lo condividi si offendono. Mi sono chiesto: il reato di “lesa maestà” è stato ripristinato? Ero convinto che fosse stato abrogato dalla Costituzione Repubblicana. Vabbè, sono repubblicano e un po’ giacobino, e posso mettere in preventivo un imputazione di “lesa maestà”. Una giustificazione mi sia concessa. In un marasma di leggi dove gli stessi parlamentari si confondono credo sia giustificabile per un normale cittadino che crede l’Italia una Repubblica governata da un Governo di Centrosinistra, pensare che il reato di “lesa maestà” non esista più. Forse ho perso qualche puntata.
Pensavo anche che la libertà di opinione fosse garantita dalla Costituzione. Se si offendono….., mi sorge un dubbio. Probabilmente sono un grande distratto.
Per evitare malintesi e fraintendimenti, commenterò il “decalogo” senza fare riferimenti all’estensore. Anzi non lo commento nemmeno, esprimo solo le mie opinioni.
L’inizio è promettente e mi rincuora. L’obiettivo, secondo il “decalogo”, è: “affidamento provvisorio a Idroservice, oggi società di secondo livello, per poi scorporarla da Lario Reti Holding facendola diventare società di primo livello.” Una convergenza. Personalmente preferirei lo scorporo subito ma non si può avere tutto. Una breve ricerca tra la varia documentazione e mi accorgo che è la stessa dichiarazione di un anno fa. Disorientamento. Si propone, oggi, la stessa cosa di un anno prima. Perché? Non hanno fatto nulla? Sono il solito polemico malfidente; si sono semplicemente dimenticati di fare quello che avevano promesso e, quindi, provvedono adesso. D’altronde, capita a tutti di dimenticare qualcosa, smettiamola con questo polemizzare. Ma, io, non voglio polemizzare, non fa parte del mio modo di essere, voglio solo capire.
Quante storie inutili. C’è una società nella vicina provincia di Milano che gestisce il servizio idrico con una società di 2° livello e nessuno ha mai detto niente. Se in provincia di Milano si può affidare ad una società di 2° livello, perché non dovrebbe essere possibile a Lecco? Chissà perché il bollettino dell’Autorità Garante la Concorrenza ed il Mercato riporta il caso, analogo a quello lecchese, di Brianza Acque, nella ancor più vicina provincia di Monza Brianza, che ha evitato un procedimento solo perché, nel frattempo, si è adeguata. Se non si fosse adeguata, il servizio avrebbe rischiato di essere affidato mediante gara. Tranquilli, non preoccupiamoci, ci pensa l’Amministratore Unico di LRH (per non offendere, non faccio nomi) che il 17.10.2014, durante un convegno a Colico, informa che la questione non esiste perché il procedimento è stato archiviato nel mese di maggio, lo ha informato il Presidente dell’Autorithy. Meno male, per il settore idrico della nostra provincia sarebbe stato un grosso problema. Mi accorgo, però, che qualcosa non funziona. È stato archiviato a maggio ma pubblicato in giugno. Chissà perché pubblicano un procedimento archiviato? Approfondisco per capire; il procedimento non è stato archiviato, si è solo dato il non luogo a procedere perché, nel frattempo, Brianza Acque si è adeguata. Cerchiamo di non essere sempre sospettosi, si è solo confuso tra archiviazione e non luogo a procedere.
Il problema dei beni patrimoniali? quanto sono pedante, la Corte Costituzionale è stata chiarissima con la sentenza 320/2011. Ha affermato che, per quanto riguarda i beni del servizio idrico e relative dotazioni, si applicano gli artt. 822 e seguenti del codice civile e l’art. 143 del d.lgs. 152/2006. In fondo, queste norme citate dalla Consulta affermano solo il principio che i beni del servizio idrico e relative dotazioni sono inalienabili e incedibili. Però, è vero, sono troppo pignolo. Il progetto presentato da LRH o Idrolario, non si sa bene chi, non vuole alienare i beni del Demanio accidentale, vuole solo cederli. Anche lo statuto di Idrolario dichiara inalienabili questi beni ma non diciamolo, è opportuno che non si sappia.
Il “decalogo”, sulla questione delle direttive europee degli inizi 2014, pur in un giro di parole abbastanza incomprensibili, afferma che finalmente, le stesse hanno risolto la questione dell’affidamento a società di 2° livello. Finalmente, non perderemo più tempo a discutere su questa questione che non è banale, perché se mal interpretata potrebbe portare a gara il servizio avviando un processo di privatizzazione formale e sostanziale. Del resto la fonte è autorevole e quindi siamo tranquilli. Comunque, è vero, sono un petulante che non si fida delle affermazioni degli altri e che vuol capire. Accedo alla banca dati dell’Unione Europea, scarico le delibere, me le leggo (un sacrificio perché si tratta di qualche centinaio di pagine). Arrivo alla nota (40) e leggo che “Le concessioni nel settore idrico sono spesso soggette a regimi specifici e complessi che richiedono una particolare considerazione data l’importanza dell’acqua quale bene pubblico di valore fondamentale per tutti i cittadini dell’Unione. Le caratteristiche particolari di tali regimi giustificano le esclusioni nel settore idrico dall’ambito di applicazione della presente direttiva. ……………” (riporto la parte della nota alla direttiva perché potrebbe anche darsi che non abbia capito io – ndr). Potrebbe anche essere che esclusione possa essere interpretata come inclusione. Per meglio capire proseguo con la lettura e mi trovo l’art. 12 della direttiva che espressamente esclude dall’applicazione della direttiva il settore idrico.
Ma, si applicano o non si applicano le direttive? Magari le altre due direttive citate sono quelle giuste. Riguardano, però, gli appalti che non c’entrano nulla. Non posso pretendere che tutti conoscano la differenza tra appalti e concessioni. Anche i politici non sono tuttologi, possono sbagliare anche loro. Ci mancherebbe altro.
Proseguo nella lettura del decalogo e, finalmente, una piena condivisione del punto cinque. Il decreto legge “Sblocca Italia” ha chiarito e impone, anzi obbliga, (è una legge e, quindi, …..) che l’affidamento in house sia a favore di società partecipate esclusivamente e direttamente da Enti Pubblici compresi nell’ambito. Cioè società di primo livello. Non è una norma restrittiva rispetto all’ordinamento europeo perché chiarisce solo l’aspetto della partecipazione degli Enti Locali ma conferma tutti gli altri criteri: “vocazione commerciale”, controllo analogo, territorialità del servizio. Comunque è solo una pignoleria, l’importante concordare su chi devono essere i soci della società affidataria del servizio in house.
Da questo punto in avanti, mi perdo e ricomincio a non capire più nulla. L’estensore, nel primo punto del “decalogo” afferma che l’obiettivo è l’affidamento del servizio in house a società di 1° livello ma nei successivi illustra tutte le iniziative, anche legislative, per consentire l’affidamento a società di 2°e 3° livello. Ma non faceva prima a dire che ritiene la società di 2° livello più adeguata e allineata a quanto voluto dalla maggioranza degli italiani con il referendum del 2011? Che male c’è ad avere un’opinione diversa dalla maggioranza degli italiani. Una vera democrazia e la nostra Costituzione garantiscono anche le minoranze. Però le minoranze non possono pretendere di imporre le proprie opinioni; non è più democrazia, è un’altra cosa. L’acqua deve essere pubblica e, questo, si realizza con la partecipazione diretta ed esclusiva degli Enti Locali compresi nell’ambito. Non l’ho detto io, che conto uno, l’ha detto la maggioranza degli Italiani con il referendum ed il Parlamento, che in una democrazia rappresentativa, è espressione del popolo. Per favore, non si offenda, non sto dicendo che è incoerente ma solo che a me il percorso appare tale. Lo spieghi, può darsi che sia io a non capire.
A proposito di Costituzione. Quello che mi interessa non è la contraddizione di chi invita il Governo a modificare una norma e che, il giorno dopo, vota a favore della norma che vorrebbe modificare. Se contradditorio o meno è una valutazione personale e rientra nella sfera delle opinioni difendibili anche se non condivise. Se la mia precedente è apparsa come una critica ad una opinione, mi scuso, non era mia intenzione. Nessuno è legittimato a esprimere giudizi, ma, a nessuno, può essere impedito di considerare un atto contradditorio.
Mi interessa molto l’affermazione che “l’attività legislativa non è vincolata ai singoli “desiderata” di ogni distinto parlamentare”. Ma proprio qui sta la questione. La Costituzione, quando afferma che il Parlamentare non è soggetto a vincoli di mandato, vuole che il Parlamentare sia autonomo ed indipendente e che non deve rendere conto del proprio voto a nessuno, nemmeno alle segreterie del Partito. L’estensore del decalogo ci conferma che questo principio Costituzionale non viene rispettato. Sono troppe le situazioni che non rispettano più i principi Costituzionali. Il Governo dovrebbe essere l’esecutivo mentre il legislatore dovrebbe essere il Parlamento ma, con il voto di fiducia, il Governo diventa legislatore e i Parlamentari dei meri osservatori cui non è consentito esprimere i propri “desiderata” che, non essendo fatti personali, dovrebbero coincidere con i desiderata dei cittadini. Ma i delegati della sovranità popolare sono i Parlamentari, i Partiti o il Governo? È una domanda, per favore qualcuno lo può spiegare? I decreti leggi dovrebbero essere emanati in casi di urgenza e necessità mentre, oggi, sono solo dei disegni di legge ai quali viene impropriamente e ingiustificatamente riconosciuta esecutività. Un ex Senatore locale, qualche anno fa, ad un mio quesito di merito, mi ha risposto, con una email, che da anni il principio di urgenza e necessità non viene più rispettato. Ma, esiste ancora o no la nostra Costituzione? È completamente inutile dichiarare di volerla difendere se, poi, non la si rispetta.
Condivido, arrampicarsi troppo sugli specchi si può cadere. Bisogna solo capire chi si sta arrampicando sugli specchi.
Non esprimo giudizi, non mi compete, ma solo opinioni che possono anche non essere allineate con altre ma che nessuno mi può impedire di esprimere. Non lo dico io, in modo arrogante o supponente, lo dice la Costituzione.
Certo, le mie opinioni non possono essere scritte su un foglio con intestazione autorevole, la Camera, ma meritano la stessa attenzione perché sono opinioni di un cittadino come lo è un Parlamentare.