Il Sindaco di Parlasco, Denti, afferma, in un’intervista, di essere sostenitore dell’acqua pubblica ma, nel ragionamento successivo, sembra teorizzare esattamente il contrario. E’ favorevole all’affidamento del SII a Idroservice, ipotizza quindi una struttura privatistica, non controllata direttamente dai Comuni, con una evidente vocazione commerciale, contraria alle direttive comunitarie. La preoccupazione di Denti, condivisibile, per l’ingente posizione debitoria di Idrolario non è, però, sufficiente a giustificare un’operazione societaria farraginosa, incomprensibile, non supportata da un piano industriale e non legittima rispetto alla normativa vigente per il settore idrico. L’ingente posizione debitoria di Idrolario, peraltro, è, al momento, una pura supposizione, molto probabile ma sempre supposizione, che si desume da un piano finanziario per il 2013 presentato ai Sindaci e non supportato dal bilancio 2012, in presenza di termini per la sua approvazione scaduti, e da un budget economico per il 2013. Un piano finanziario totalmente inattendibile che stima ricavi, costi e investimenti del 2012 dopo quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio e dopo la scadenza del termine, 31 marzo, per l’approvazione del bilancio da parte del Consiglio di Amministrazione. E’ come se si volesse curare un malato senza preoccuparsi di sapere qual è la malattia.
Dalle dichiarazione di Denti sembrerebbe che esistano anche ingenti posizioni debitorie nei confronti dello Stato e di terzi. Una sorpresa. Da quanto trapelato sino ad oggi, sembrava che esistessero ingenti crediti, leggasi IVA, nei confronti dello Stato e che questi crediti fossero una delle cause delle difficoltà finanziarie. Ma i cittadini hanno il diritto di sapere qual è la situazione reale? o è un fatto riservato? I Sindaci, con la loro elezione, hanno ricevuto un mandato per la gestione dell’ente pubblico, non ne hanno ricevuto la proprietà.
E’ doveroso porsi la domanda di Denti con riferimento a chi pagherà i debiti se la situazione è quella che traspare dalle scarse informazioni disponibili. Forse, qualcuno sta pensando di dividere la struttura attuale in “bad company”, che pagherà i debiti, e “good company” che beneficerà dei servizi, magari per produrre profitti, come si fece con Alitalia.
Le due società, Idrolario e Idroservice, sono partecipate dagli stessi 65 Comuni, direttamente la prima e indirettamente la seconda, ma in modo diverso. Le due sono società di capitale soggette alle regole del codice civile. I soci non hanno responsabilità per i debiti delle stesse e quindi potrebbero verificarsi due situazioni. La prima, fallimento di Idrolario, poco opportuno considerato che i soci sono Comuni, enti pubblici, e che coinvolgerebbe anche Idroservice, maggior creditore, e la seconda, copertura della ipotizzata perdita da parte dei soci che, però, per effetto delle quote di partecipazione, dovrebbero sopportarla con esborsi diversi. Facciamo un esempio con riferimento ai due principali comuni della provincia. Nell’ipotesi di una perdita di 12mln di euro, che Denti dichiara, Merate dovrebbe farsi carico di un onere di € 2.868.000, € 196,91 per ogni cittadino, mentre Lecco avrebbe un onere di € 692.400, € 14,84 per ogni cittadino (?). Se il servizio sarà affidato a Idroservice e la stessa continuerà a fare utili, come è successo anche nel 2012, Lecco avrà benefici per una quota pari al 23.59%, € 3,90 per ogni cittadino, mentre Merate solo del 2.96%, € 1,57 pe rogni cittadino. Parlasco, Comune di Denti, non essendo socio delle due società, non avrà benefici ma, soprattutto, non dovrà farsi carico dei debiti di Idrolario. La disparità evidente nei due comuni principali interessa, in particolare, i Comuni del lecchese e i Comuni del Meratese con maggior onere per quest’ultimi. Ma il servizio non doveva essere integrato e quindi paritario per tutti i comuni e cittadini della Provincia?
Non si può smetterla con questo gioco al massacro? Il Servizio Idrico Integrato dovrebbe consentire l’accesso al servizio idrico da parte dei cittadini in modo uguale per tutti, nella qualità, efficienza ed efficacia, e nella economicità: costi minori e uguali per tutti i cittadini. Non esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B!
Bisogna riorganizzare il servizio che, rilevando, attualmente, perdite consistenti in Idrolario e utili in Idroservice, non funziona o non è gestito correttamente. Ma si vorrebbe confermarlo e rafforzarlo, è quanto afferma Denti. Le discussioni sulla struttura societaria sono inutili, è il modello organizzativo che non funziona. Il soggetto preposto alla gestione, in questa logica e in quella di mantenere il servizio nell’area pubblica, non può che essere Idrolario trasformata in Azienda Speciale Consortile, che, oltre avere tutti i requisiti e condizioni per essere l’affidataria diretta del servizio, può essere rapportata, nella sua composizione, al numero dei cittadini o degli utenti garantendo parità di trattamento e di costi. Le società di diritto privato, S.p.A. o S.r.l., per loro natura, hanno lo scopo del profitto, l’erogazione del servizio è lo strumento e i rapporti si basano sul capitale che, nel servizio idrico, essendo i beni indisponibili ed inalienabili, è inesistente o figurativo. L’Azienda Speciale, al contrario, ha come scopo l’interesse dei cittadini e degli utenti attraverso l’erogazione del servizio.
Affidare la parte terminale del servizio ai privati, come afferma Denti? No, quella è la parte che potrebbe essere remunerativa e che per il privato significa “profitti” mentre per il pubblico “tariffa più bassa”. Se non ha funzionato, si cambia il modello e le teste che l’hanno governato. La maggioranza degli italiani ha voluto che l’acqua resti pubblica e i rappresentanti dei cittadini nelle istituzione, gli eletti, devono garantire e trovare il meccanismo che ne garantisca il funzionamento abbandonando tutte le discussioni che sono completamente estranee e strumentali a cose diverse. Si può e si deve fare.
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