Il coronavirus, questa maledetta pandemia, ha mostrato tutte le debolezze di quella che veniva considerata l’eccellenza della sanità italiana ed europea. La Lombardia ha registrato una diffusione del contagio ed un numero di decessi che non ha eguali nel mondo intero.
È una fatalità? Oppure la conseguenza di una struttura sanitaria costruita sulle logiche economiche e sul malaffare?
Ugo La Malfa, dopo la l’approvazione della Legge 281/1970, che avviava il percorso per l’autonomia finanziaria delle Regioni, affermò: «Abbiamo approvato la legge che porterà l’Italia alla rovina».
Il 01.01.1999 venne approvata la modifica del Titolo V della Costituzione e la situazione è ulteriormente peggiorata, almeno per noi Lombardi.
Ho elaborato alcuni grafici, che più delle parole, possono spiegare che cosa è successo. Proviamo ad analizzarli assieme.
COVID-19 | Protezione Civile ultima rilevazione 17 Maggio 2020 |
John Hopkins University e Medicine ultima rilevazione 16 Maggio 2020 |
la situazione
I grafici fanno la fotografia della situazione alla data indicata sopra, i dati mondiali, pubblicati dalla John Hopkins University e Medicine, sono riferiti al giorno precedente poiché, per effetto dei diversi fusi orari, sono disponibili solo 24 ore dopo quelli italiani.
La prima disparità che emerge è il divario tra i decessi registrati in Lombardia rispetto alle altre regioni e, pur considerando che è la regione più abitata e con la più alta densità abitativa, non è nè giustificata e nemmeno comprensibile.
Il grafico dei decessi evidenzia quanto questi mesi siano stati drammatici per la Lombardia. Le due regioni che seguono registrano un numero di decessi di circa un quarto di quelli lombardi mentre i decessi in Veneto, che pure, nel mese di febbraio era nelle stesse condizioni della Lombardia, ne sono 1/9.
Anche Paesi, come il Belgio, la Svizzera, la Svezia, il Portogallo e l’Austria, che sono all’incirca della stessa dimensione abitativa lombarda, hanno un numero di decessi notevolmente inferiori a quelli lombardi.
Il numero dei contagi evidenzia la sproporzione tra la Lombardia e le altre regioni. Il Veneto ha avuto contagi pari ad un quarto di quelli lombardi . Anche la comparazione con le Nazioni segnalate in precedenza, suscita perplessità e rabbia.
Potrebbe essere, qualcuno potrebbe obiettare, la differenza del numero degli abitanti. Vediamo.
Il rapporto decessi/contagio e decessi/popolazione (riferito a 100k abitanti)
Quello che è successo ha messo a nudo la triste verità: la struttura sanitaria lombarda non è un eccellenza ma è la struttura più scassata non solo d’Italia ma d’Europa. Per fortuna che i medici, anche quelli di base, gli infermieri e tutti gli altri addetti sono una eccellenza e hanno fatto miracoli.
Diranno che la colpa è del Governo, ma hanno finito di incantare ed illudere, i numeri parlano chiaro e, trasformati in grafici, sono ancora più chiari e facilmente leggibili. Perchè la Lombardia è abbondantemente la peggior regione, anche con riferimento alle sole regioni del Nord? Se la colpa fosse del Governo centrale dovremmo avere situazioni analoghe anche nelle altre regioni. Ma non è così!
I lombardi sono geneticamente più deboli? Ma come? una popolazione con origini celtiche e longobarde, può essere geneticamente debole? Vero Umberto Bossi, senatore della Repubblica nonostante abbia contribuito a far sparire 49milioni di euro, che non è possibile? Se, però, le risorse destinate alla sanità prendono un’altra strada, tutto è possibile.
I grafici sono la “prova del fuoco“. I valori assoluti, anche per le differenze tra le diverse regioni o Nazioni, lasciano spazio a dubbi, i rapporti decessi/contagi attarverso le percentuali, rendono i territori omogenei e, quindi, sono maggiormente esplicativi. Sono gli stessi criteri utilizzati da “John Hopkins University e Medicine”.
La Lombardia è, inequivocabilmente, in testa sia a livello nazionale che ha livello mondiale. La Lombardia è il territorio che ha avuto il maggior numero di decessi in rapporto ai contagi nel Mondo e in Italia. Il Veneto ha un rapporto decessi/contagi che è circa la metà mentre il Belgio, Nazione con il più alto rapporto nel Mondo, tra le Nazioni, è di due punti percentuali inferiore.
L’Italia, si colloca al quarto posto con un rapporto di circa il 14% ma, senza la Lombardia, scenderebbe al 7° posto con un rapporto inferiore al 12%.
Perchè queste differenze? Perchè le strutture sanitarie, l’eccellenza lombarda, non ha funzionato. Non certo medici ed infermieri che, certamente, con il loro sacrificio ed eroismo, sono riusciti a contenere un disastro che avrebbe potuto essere “n” volte superiore. Non devono essere dimenticati nemmeno tutti quei volontari, compresi gli Alpini, che sono stati l’esempio della solidarietà disinteressata dei Lombardi, nonostante i loro governanti.
Ecco la conferma dei cattivo funzionamento della struttura sanitaria lombarda, della struttura cioè dell’assetto organizzativo, della gestione, cioè di quello che, per l’art. 117 della Costituzione, è competenza al Governo della Regione
Il rapporto decessi/popolazione rafforza le perplessità che i precedenti grafici avevano sollevato. I dati sono rapportati a 100.000 abitanti, è lo stesso principio della percentuale, è solo più ampia per rendere i numeri più leggibili.
La Valle d’Aosta, ha un indice elevato perchè la popolazione è di ca. 126.000 abitanti ed i decessi non sono, in valore assoluto, elevati ma, in rapporto alla popolazione l’indice è elevato, il secondo dopo la Lombardia, segno che, anche in Valle d’Aosta, qualcosa non ha funzionato.
Ma la Lombardia è sempre la capolista con un indice che è circa il 70% in più delle regioni con indici più elevati. La cosa sorprendente è il rapporto decessi/popolazione lombardo che è il doppio del maggiore indice mondiale, quello del Belgio.
Gli altri indici mondiali sono da 1/3 dei lombardi a scendere! L’indice mondiale italiano è tra i più alti perchè influenzato pesantemente dall’indice lombardia in quanto la popolazione della Lombardia è il 17% della popolazione italiana.
L’Italia che è terza nella “classifica mondiale”, senza la Lombardia, si collocherebbe all’ottavo posto con circa 30 decessi ogni 100.000 abitanti.
Si potrebbe affermare che, senza la Lombardia, l’Italia si collochi in un area dove la diffusione del contagio è rientrata in quelli che potrebbero essere considerati condizioni normali, anche grazie alla tempestività e alle indicazioni del Governo Nazionale.
Il Governo regionale lombardo ha deciso diversamente e, anche per le carenza strutturale del sistema sanitario, è successo quel che è successo.
Gli interventi che competevano alla Regione Lombardia
I grafici che seguono, possono aiutarci a capire che cosa è successo in Lombardia, la regione dell’eccellenza sanitaria, la regione più ricca d’Italia e tra i territori più ricchi d’Europa.
Il primo grafico, numero tamponi in rapporto al numero dei contagi, mette all’ultimo posto la Lombardia con un numero bassissimo di tamponi per ogni contagiato, praticamente tamponi quasi solamente per i contagi acclamati. Se comparati con quelli della regione Veneto. forse, si può comprendere perchè il Veneto, che ha avuto l’inizio della diffusione della pandemia negli stessi giorni della Lombardia. abbia avuto successivamente andamenti notevolmente inferiori, con un numero di decessi che è l’11% e di contagi pari al 22% di quelli Lombardi.
Questo dato è confermato dal grafico, numero tamponi in rapporto alla popolazione della regione per 100.000 abitanti, il Veneto, con una popolazione poco meno della metà della popolazione lombarda, ha fatto un numero di tamponi che è quasi il doppio di quelli fatti dalla Lombardia, che, essendo la regione con la più densità abitativa per kmq, e, quindi, a maggior rischio di diffusione, avrebbe richiesto un maggiore controllo e un maggior numero di tamponi.
Notare, a conferma del dato che il rapporto tamponi/contagio della Lombardia è il più basso. La Lombardia è maglia nera laddove un’eccellenza sanitaria avrebbe dovuto collocarla nelle primissime posizioni.
I dati elaborati sono quelli ufficiali pubblicati dalla Protezione Civile e non tengono conto di tutti quei contagi e decessi che non sono stati censiti ma che, dalle rilevazioni dell’ISTAT sono molto superiori.
Non c’erano sufficienti risorse finanziarie? Mancavano, forse, quelle inutilmente regalate all “sanità privata” e quelle intascate dagli affaristi di questa coalizione che da 18 anni governa la regione?
Se, a queste riflessioni, aggiungiamo il ritardo, specialmente nelle province di Bergamo, Brescia e Milano, del “lock-down” che ha portato nel mese di marzo ad una crescita esponenziale del virus, il mistero del reale numero dei decessi che, secondo le rilevazione ISTAT del I° trimestre 2020, sarebbero notevolmente superiori, il mistero di quello che è successo nelle RSA, le perplessità diventano certezze. Non si può nemmeno dimenticare le dichiarazioni del presidente Fontana e dell’assessore Gallera secondo i quali i test sierologici non devono gravare sulla sanità pubblica ma ogni singolo Lombardo deve pagarli di tasca propria. E chi non può, perchè non ha nemmeno il denaro per mangiare? Lo abbandoniamo a se stesso. Ma è mai possibile che in questa regione i poveri, i deboli, rappresentino solo un fastidio e un peso?
Noi cittadini lombardi dobbiamo soffermarci sulle responsabilità politiche, sulle omissioni politiche, le altre responsabilità saranno valutate da chi ne ha la competenza.
Non possiamo dimenticare gli oltre 15.000 lombardi morti, o molti di più, non possiamo dimenticare i Lombardi che sono morti senza nemmeno il conforto della vicinanza dei familiari, non possiamo dimenticare le file di camion militari con le bare dei morti.
Non lasciamo cadere nel silenzio quello che è accaduto in Lombardia, lo dobbiamo a chi è morto, ai suoi familiari. Non può finire qui!