Acqua, triplicati gli investimenti in infrastrutture ma ora c’è il rischio “ri-pubblicizzazione” [leggi e scarica pdf] [leggi online]
Un articolo, quello del Sole 24 Ore, superficiale, forse volutamente, e fazioso in contrasto anche al “Trust Project”, sottoscritto dal giornale, che fissa il principio “I giornalisti hanno come obiettivo di raccontare nel modo più documentato e puntuale tutti i fatti che ritengano di rilevanza per la formazione di un’opinione pubblica consapevole.”
Non voglio contrapporre le mie opinioni sulla necessità della gestione pubblica dei servizi pubblici, sarebbe inutile. Imputano a chi sostiene questa tesi, un vizio “ideologico”, Leggendo questo articolo mi sembra il contrario, ma, probabilmente, è solo opportunismo e mancanza di conoscenza della questione.
Non è, innanzitutto, una proposta di legge del governo giallo-verde, è una proposta di legge di iniziativa popolare del 2007 che, pur sottoscritta da 400mila cittadini, è stata, dai precedenti governi, ignorata. Forse l’articolista non lo sa, a riprova della carenza di informazione, o forse, come oggi è normale, ritiene che il parere di 400mila cittadini non conti nulla, sono più importanti i pareri, interessati e parziali, di qualche centinaio di gestori o di Ufficio d’Ambito, al servizio dei gestori, o di ARERA, che ha l’unico obiettivo di garantire profitti al gestore. Non sono opinioni ma realtà documentata.
Rischio di ri-pubblicizzazione? Una ri-pubblicizzazione presupporrebbe l’esistenza di una gestione privatizzata. Non è così, solo alcune delle gestioni, in tutta Italia, è privata. Praticamente quasi tutte le gestioni sono in carico a società a intero capitale pubblico o a maggioranza pubblica. Il controllo di queste società, compreso le società quotate è pubblico! È una gestione di stampo privatistico di un servizio pubblico essenziale per la vita umana e diritto fondamentale che non funziona e che deve essere modificato. Per le quotate è, addirittura, un inganno per i piccoli azionisti che non dovrebbe essere consentito e che un giornale come il Sole 24 Ore dovrebbe denunciare.
Se una società quotata, in circa dieci anni realizza 400milioni di utili ma distribuisce 1,7miliardi di dividendi, riducendo il Patrimonio Netto di circa un terzo, la domanda sorge spontanea. Non è meglio un Azienda Speciale estranea a queste strane operazioni?
Investimenti triplicati dal 2013, vero ma con molti interrogativi che, per una informazione corretta dovrebbero essere evidenziati.
Gli investimenti sono programmati da piani territoriali predisposti dagli ATO (gli ambiti territoriali ottimali formati dagli enti locali) ed i gestori, sulla base delle concessioni dovrebbero realizzarli. Sarebbe sufficiente comparare i bilanci dei gestori ed i Piani d’Ambito (strumento di programmazione predisposto dall’ATO) per rendersi conto che, in quasi tutte le situazioni, gli investimenti sono realizzati solo parzialmente nonostante, grazie a tariffe sbagliate, il gestore incassi la cifra di costo dell’intero investimento.
Un articolo, quello del Sole 24 Ore, che lascia intendere che gli investimenti possono essere realizzati solo grazie alle risorse finanziare messe a disposizione dai gestori. Falso! Le risorse provengono unicamente da indebitamento che viene rimborsato dagli utenti con le tariffe. Ci dicono che gli utili sono necessari per finanziare gli investimenti. Falso! Gli utili sono destinati ad altre finalità attraverso i dividendi. La destinazione principale è quella del finanziamento dei bilanci dei Comuni soci costituendo una ulteriore fiscalità, anche se occulta, che cittadini e imprese devono sopportare.
L’articolo indica, inoltre, tra i costi una-tantum, oltre 10miliardi necessari per l’estinzione dei debiti accesi dai gestori. Incredibile, non è possibile, ci si dimentica anche dei più elementari principi contabili e di bilancio. Il d.lgs. 152/2006 prevede che al termine della concessione venga riconosciuto al gestore il valore dei beni costituenti dotazione del servizio idrico, quantificato, con qualche errore, vedasi la rivalutazione non prevista dal d.lgs. 152/2016, nel V.R. (Valore Residuo). Questo valore è l’unica una-tantum da riconoscere al gestore, eventuali debiti che saranno trasferiti al nuovo gestore (finanziamenti residui, competenze dei lavoratori e altro) dovranno essere decurtati dal V.R. sino ad esaurimento dello stesso.
Quanto esposto non è un’opinione, è il frutto delle analisi dei bilanci dei gestori, dei Piani d’Ambito e del Metodo Tariffario. L’articolo del Sole 24 Ore esprime solo opinioni senza alcuna valutazione tecnico e scientifica. Siamo stanchi di questi opinionisti che confondono solo i lettori.
Abbiamo provato a rielaborare dei Piani d’Ambito, modificando le distorsioni introdotte dal Metodo Tariffario predisposto da ARERA, e ci siamo resi conto che, pur riducendo le tariffe del 25/30%, potremmo garantire la copertura del costo del servizio e realizzare tutti gli investimenti previsti. L’unica cosa che non sarà realizzata sono gli utili e i dividendi. Potranno però essere garantite “bollette” più basse a sostegno delle famiglie più bisognose e, perchè no, delle imprese in difficoltà, riducendo, probabilmente anche le morosità.
Solo l’approvazione, in tempi brevi, della Legge proposta da 400.000 cittadini e che l’on. Federica Daga ha rilanciato dimostrando rispetto della volontà dei cittadini, e che, per questo motivo, deve essere ringraziata anche da chi, come me, non aderisce al M5S.