remova
  giovedì 25 aprile 2024 04:05
Valsecchi Remo rid
Remo Valsecchi
cittadino
quando io muoio, non piangere per me, fai quello che facevo io e continuerò a vivere in te
[Ernesto "Che" Guevara]
Che cos'è il popolo? Tutto. Che cosa è stato finora nell'ordinamento politico? Nulla. Che cosa chiede? Chiede di essere qualcosa.[1789 - Emmanuel Joseph Sieyès]
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riflessioni

Il disagio sociale aumento ma nessuno si preoccupa. Servono fatti non parole.

La lettera della Signora A.G. [da merateonline]

Italia, paese civile e moderno, ottava potenza economica mondiale. Eppure, situazioni come quelle descritte nella lettera di A.G. sono molto diffuse. Nel nostro Paese, la condizione di troppe persone sta raggiungendo livelli sempre più drammatici e, probabilmente, irrisolvibili. Coloro che, in modo democratico, abbiamo delegato alla soluzione, sembrano gli unici inconsapevoli del disagio sociale diffuso. Sono i responsabili del disastro ma perseverano in un atteggiamento che peggiora il disastro.
Nel febbraio scorso ci siamo recati alle urne convinti di votare per la discontinuità rispetto all’azione politica del governo tecnico liberista e monetarista, preoccupato del salvataggio delle banche, dello spread, dei mercati, quelli finanziari e non quelli reali, che ha assestato un colpo quasi mortale al sistema delle imprese italiane, che ha adottato il “fiscal compact”, che ha voluto il pareggio del bilancio nella Costituzione, che ha pesantemente impoverito il Paese.
Quale è la discontinuità? La discontinuità è la riduzione dell’IMU e l’aumento o meno di un punto dell’IVA. La discontinuità è la riforma elettorale e il cambiamento dell’ordinamento dello Stato. La discontinuità è la rimozione di alcuni effetti ma non delle cause che hanno originato la crisi.
Ognuno ha le proprie opinioni circa la soluzione, tutte legittime. Quando, però, i risultati sono negativi, le opinioni che li hanno generati sono errate. E allora bisogna cambiare.
Il debito pubblico è la causa dei mali italiani? È l’austerità imposta per ridurre il debito pubblico la prima causa. Impoverire il Paese, i cittadini, per ridurre il debito pubblico è stata una follia, augurandoci frutto di un errore di valutazione, in caso contrario sarebbe criminale.
Il debito di qualcuno è un credito per qualcun altro, la povertà di qualcuno è ricchezza per qualcun altro. La politica, come prevede la costituzione, deve creare le condizioni per la ridistribuzione della ricchezza ma ha prodotto risultati diametralmente opposti. La politica ha ed è miseramente fallita.
La discontinuità poteva essere realizzata prendendo atto del fallimento totale della politica dell’ultimo decennio e cambiare. L’attuale governo e maggioranza politica, al contrario, ha inteso come discontinuità, promessa in campagna elettorale, il mantenimento della linea politica precedente fatte salve alcune modifiche insignificanti, l’IMU e l’IVA, utili per ingannare gli elettori.
In queste condizioni i disagi di A.G., come di altri milioni di italiani, non si risolvono anzi saranno tendenzialmente in aumento e l’Italia morirà, se non è già morta, e sarà colonizzata, se non è già colonizzata.
Non ci saranno soluzioni se non ci sarà il cambiamento della politica. Dobbiamo esserne consapevoli perché solo la politica può risolvere i problemi ma, certamente, non questa politica.
La grande truffa dei partiti è carpire il voto con promesse elettorali che vengono sistematicamente e completamente disattese; il malaffare in politica è figlio di questa truffa perché la politica è autoreferenzialità.
Dobbiamo reagire, far sentire la nostra voce e mandarli a casa tutti impedendo loro di venire rieletti. È possibile, bisogna solo essere consapevoli della sovranità popolare. Il popolo non è suddito, sono i partiti ad essere al servizio del popolo. Mi spiace per la signora A.G., per gli altri milioni di italiani, giovani, meno giovani e anziani, per le future generazioni; se non ci sarà reazione popolare, non ci sarà soluzione ai problemi.

Un utopia. La convivenza

Il consenso non realizza la coesione sociale, ma solo una subordinazione. Il consenso, quando è accettazione acritica di idee, proposte e opinioni che non si sono trasformate  in fatti concreti, verificabili al di là delle proprie opinioni, è l’espressione della “minorità” dell’uomo definita da Immanuel Kant  “Minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a sé stesso è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro.
Il consenso è all’origine di organizzazioni verticistiche che escludono il dibattito e il confronto di idee e opinioni. I partiti sono un’espressione del consenso e realizzano aggregazione che sembra coesione ma è esattamente il contrario. Non ho mai assistito a manifestazioni di partito che non siano la celebrazione di qualcuno e che non subordinino coloro che dovrebbero essere l’oggetto e i destinatari delle azioni politiche. Le consultazioni elettorali sono la massima espressione della vacuità del consenso. Si formulano programmi, proposte, che ipotizzano un nuovo modello di società o un miglioramento di quella esistente, in funzione dei bisogni e della posizioni socio-economica degli elettori che si vuole rappresentare.
Il voto, a questo punto, diventa un consenso. È l’errore più grosso dell’attuale classe politica. Non è consenso, è un mandato a rappresentare e a realizzare le promesse e gli impegni programmatici. Considerare consenso un mandato, porta alle conseguenze che,  in questi giorni, hanno raggiunto livelli drammatici. Non credo che uno solo degli elettori del centro-sinistra dell’ultima tornata elettorale abbia mai dato il proprio consenso alla formazione di un governo di “larghe intese” caratterizzato da politiche liberistiche e monetariste. Non credo che uno solo degli elettori del centro-sinistra abbia mai dato il proprio consenso alla formazione di un governo di “larghe intese” con il PdL di Berlusconi e con “Scelta Civica” di Mario Monti che ha “affamato” i cittadini italiani.
Anche le religioni sopravvivono per il consenso che in questo caso si chiama fede. Un aforisma di Giordano Bruno: “Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo... l'uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo.”
Un concetto che vale per le religioni ma anche per la politica.
La consapevolezza della propria individualità e la tolleranza sono le vere ragioni della coesione sociale.
Solo quando l’uomo si renderà conto che la propria intelligenza non ha limiti (consapevolezza) se non quelli di rispettare le opinioni degli altri (tolleranza) avremo realizzato un mondo nuovo dove ognuno troverà la propria collocazione senza essere in continua competizione. Solo allora si concretizzeranno i fondamentali per la convivenza e la coesione sociale sarà un fatto naturale.
La consapevolezza è un diritto e la tolleranza un dovere. Coniugare il diritto e il dovere dovrebbe essere la missione della politica per una società dove tutti abbiano diritto di cittadinanza. Probabilmente avremmo anche un mondo non governato dagli egoismi e dalle prepotenze e scompariranno anche i conflitti che all’origine hanno sempre l’intolleranza per le opinioni diverse.
Rispetto delle opinioni non significa condivisione ma occasione per il dialogo e il confronto. L’esatto contrario degli atteggiamenti puerili e meschini dei politici nelle occasioni di confronti pubblici. È la logica del consenso per posizioni precostituite.
Questa, per me, è la vera utopia perché sarà impossibile svegliare l’umanità dal letargo in cui le falsità delle religioni e della politica l’hanno gettata con la logica del consenso. Voglio provarci.
Nessun consenso e nessun dissenso, hanno la stessa origine, ma dialogo e confronto nel totale rispetto delle opinioni.

riflessione al blog di "circolo PD calco"

 

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