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lo Stato siamo noi, non gli economisti

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attualmente sono nella fase di elaborazione dei dati con l'inserimento delle tabelle, dei grafici e, parzialmente di miei commenti.
I capitoli, individuati nel menu a sinistra, non sono ordinate. Il loro ordinamento sarà effettuato alla fine del lavoro secondo in funzione dei collegamenti, effetti e continuità che le stesse rappresentano.
Il menu a sinistra indica i temi che saranno trattati e se ne potrebbero aggiungersi ulteriori. Sono già previsti capitoli relativi al debito pubblico, alla spesa pubblica, alle privatizzazioni, alla distribuzione della ricchezza e alle imposte indirette.
Tutto dovrà essere funzionale alla conoscenza della situazione economica e sociale del sistema per capire anche come intervenire per la soluzione dei problemi che oggi ci affliggono

Questo lavoro non ha alcuna pretesa, è solo un insieme di riflessioni personali su temi di grande importanza che condizionano la vita delle persone, i livelli di povertà e il disagio sociale diffuso che ha assunto aspetti anche drammaticità ed è la negazione di una società equa e solidale con forte pregiudizio dei diritti, anche individuali, che la Costituzione della Repubblica italiana [1], la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo [2] e la Carta dei diritti fondamentali [3] vorrebbero e dovrebbero garantire.

Detesto le affermazioni di principi puramente ideologiche, preferisco l'analisi e lo studio dei vari aspetti e fenomeni della società ed i loro riflessi di carattere sociale. Per questo motivo tutti i documenti sono supportati da dati, grafici e numeri che consentono una loro lettura obiettiva.

L'unico ideale al quale subordino lo studio è una società equa e senza discriminazioni dove i principi di libertà, uguaglianza e solidarietà possono realizzarsi e trionfare.

Non sono un economista, non voglio esserlo, pur avendo operato sempre in attività di natura economica. Non esiste la qualifica di economista, semmai esiste "l'opinionista economico".

Preferisco considerare personaggi e studiosi di grande valore, come John Maynard Keynes, senza escluderne altri, dei sociologi, dei filosofi e dei politici, non mestieranti ma fini pensatori che mettono al centro quello che i politici di mestiere non fanno, cioè un nuovo modello di società.

Quando una persona, un cittadino, critica l'attuale prevalenza delle leggi economiche sulle logiche sociali, magari affermando l'inutilità delle Istituzioni che non assolvono ai principi costituzionali, oltre ad averne tutti i diritti, esprime la sua perplessità, la sua opinione, per un sistema che ha abbandonato le ragioni politiche assoggettandosi alle ragioni economiche che sono espressione e patrimonio, non solo culturale, dei pochi e non dei molti.

Nella gestione pubblica, la questione economica è un aspetto importante perchè una gestione corretta delle risorse contribuisce alla soddisfazione dei bisogni collettivi ed individuali.

In una famiglia, la gestione delle risorse, contribuisce alla crescita di tutti i suoi componenti anche attraverso benefici e sacrifici. In un sistema sociale, ossia lo Stato, pur con una diversa complessità, la logica deve essere la stessa. Non è ammissibile, e nemmeno accettabile, che ci siano persone che godono di benefici ed altre che devono farsi carico di sacrifici. L'economia, comunemente intesa, al contrario, è lo strumento che produce queste discriminazioni che consente "privilegi" di cui la maggior parte della popolazione deve sopportarne l'onere.

Dobbiamo dire basta a queste condizioni che sono la negazione delle persone e delle loro individualità. Dobbiamo zittire gli economisti che sono i profeti di questa società caratterizzata da grosse e gravi disuguaglianze.

Sono gli economisti, con le loro teorie, che hanno riportato  il sistema sociale indietro di qualche secolo quando la società era divisa in "nobiltà", "clero" e "popolo". Oggi la società è divisa in "finanza", "clero" mentre il popolo si è diviso in più parti indebolendosi e rafforzando gli altri ai quali si è assoggettato subendone le scelte e le volontà.

Scriveva Emmanuel Joseph Sieyès [4] nel 1789, "Che cos'è il Terzo Stato? Tutto. Che cos'è stato finora nell'ordinamento politico? Nulla. Che cosa desidera? Diventare qualcosa" [5]  e, secondo la definizione dell'epoca, per Terzo Stato intendeva il Popolo.

Si sta ripetendo l'errore che, nella seconda metà del XIX secolo, ha dato origine  al Comunismo, non alla sinistra. 

Carlo Marx, contro il liberismo dominante, trasforma il "capitale", ossia i mezzi di produzione e le tecniche produttive, in sistema contrapposto al "lavoro" e, in questo modo, trasferisce e fa dipendere, le questioni sociali a ragioni economiche.

Uno strumento non può essere un sistema poiché, in questo caso, invece di essere governato e regolato diventa governo e regolatore.

Non esiste un sistema che non disponga dei mezzi di produzione, nemmeno i paesi comunisti potevano prescinderne, come non può esistere un sistema senza lavoratori. Si tratta di creare le condizioni per la loro convivenza in modo che si realizzi un rapporto equo e non discriminante. Ovviamente, su questi presupposti, deve essere denegata ogni forma di "liberismo" incompatibile con le funzioni di controllo e regolazione da parte dello Stato, ossia della politica.


 Ugo La Malfa [6], nell'intervista di Alberto Ronchey per il Corriere della Sera [7], si espresse in questo modo:
"Davvero i sistemi capitalisti e socialisti si distinguono in base alla proprietà privata o pubblica dei mezzi di produzione? Eppure le sinistre in genere, anche quelle critiche, cosiddette ideologicamente aggiornate, considerano capitalisti i paesi in cui c'e un sistema produttivo con la proprietà privata che fa muovere il meccanismo. Perché io, invece, considero il meccanismo neutrale? Perché un sistema come l'altro subisce gli impulsi della struttura politica e della lotta sociale. Ormai la teoria che considera le forze politiche e anche,quelle sindacali come sovrastrutture, mentre la struttura fondamentale sarebbe quella capitalistica, mi sembra del tutto priva di fondamento.
Ci sono forze politiche e forze sociali che danno degli impulsi. Naturalmente gli impulsi dipendono dal carattere delle singole forze. Ora, questo sistema capitalistico è stato capace di ricevere impulsi. Cioè, quando noi parliamo di quello che hanno fatto le socialdemocrazie diciamo che hanno corretto il capitalismo. Più precisamente, quali tipi di impulsi hanno dato? Poiché non reputavano che la distinzione fra proprietà privata o pubblica fosse un dato fondamentale, e quindi potevano instaurare proprietà nazionalizzate ma potevano anche non farlo, queste forze politiche e sociali hanno provocato una ridistribuzione del reddito".

 Quella di Ugo La Malfa è una riflessione politica, non economica, che ha riflessi sulla struttura sociale del Paese e che rientra in quanto previsto dall'art. 41 della Costituzione repubblicana [8] che non consente alcuna forma di liberismo economico, demandando alla legge, cioè, alla politica, la regolazione dell'iniziativa privata.

Sono troppe le questioni, non solo economiche, che derogano alle norme previste dalla Costituzione che, peraltro, sono imperative.

E' una grave violazione da parte dei parlamentari eletti dal popolo in rappresentanza dello stesso, secondo i principi di una democrazia delegata, che, oltretutto, all'atto del loro insediamento giurano per la fedeltà ed il rispetto della Costituzione. Anche su questo fatto qualche riflessione sarebbe necessaria.

Tutto il lavoro che mi appresto a realizzare,  anche con ampio ricorso a dati e indici estratti da Eurostat e Istat, prevalentemente, oltre ad altre fonti citate, cioè ufficiali, si esprimerà con valutazioni socio-politiche escludendo ogni valutazione economica estranea agli interessi generali senza dimenticare che la spesa di parte di corrente non può superare le entrate di parte corrente e che il debito pubblico deve essere conseguente unicamente agli investimenti. L'attuale, originato non dagli investimenti ma dalle clientele e dei privilegi deve essere ridotto chiedendo sacrifici a chi ne ha, impropriamente, beneficiato.

Voglio evitare di usare termini inglesi e tecnici, riservandomi eventualmente, se necessari, di spiegarli, perchè voglio rivolgermi ai molti e non ai pochi. I tecnicismi servono proprio per escludere la partecipazione dei molti e trasformare le discussioni sui problemi generali in discussioni quasi "salottiere", l'uso continuo della lingua inglese che la maggior parte degli italiani non conosce ha, pure, la logica e funzione di escludere.

Diceva Margherita Hack [9], un'astrofisica, accademica e divulgatrice scientifica di fama mondiale oltre che un icona del pensiero libero e dell'anticonformismo, come la definiva Umberto Veronesi [10], "Secondo me non bisogna abbandonare la propria lingua, certi concetti si possono esprimere solo quando una lingua si conosce molto bene come la propria" e, aggiungo, io sono comprensibili a tutti.

L'obiettivo è realizzare una società, quella italiana, che non abbia più un quinto della popolazione che vive sotto la soglia di povertà o a rischio povertà, che il lavoro sia garantito, che la salute pubblica, l'istruzione siano un diritto per tutti, che l'ambiente, come tutti i Beni Comuni, non siano strumento per produrre profitto ma per garantire qualità della vita e dignità delle persone., Bisogna realizzare una società che garantisca libertà, partecipazione, cioè democrazia, uguaglianza, giustizia e solidarietà.

Diranno che questi obiettivi sono un freno per lo sviluppo perchè non incentivanti e penalizzanti il merito individuale. Un falso, il  sistema attuale non premia il merito ma solo la ricchezza e l'appartenenza a famiglie ricche.

E' un utopia? no, è possibile e realizzabile anche in tempi brevi. Bisogna realizzare un cambiamento reale che non può essere lasciato a chi ha creato queste condizioni, i partiti ed i politicanti attuali, sarebbe solo un cambiamento per non cambiare.

Non credo  ai complotti, le teorie complottiste, anzi, rafforzano i centri di potere poiché confuse ed irrazionali creano il panico e allontanano le persone dalla realtà. Gli unici complottisti, facilmente individuabili, sono i politici con mire autoritarie.

I teorizzatori del liberismo, delle privatizzazioni, della concentrazione della ricchezza come motore di sviluppo e di benessere, esprimono solo delle opinioni con una logica ed una visione di parte, ossia egoista. Queste teorie, sostenute dai cosiddetti "economisti", sono più pericolose delle teorie complottiste perchè suadenti, apparentemente e formalmente, democratiche, devono essere smantellate con la ragione e con l'intelletto di cui ogni persona dispone ma di cui non fa uso delegando ad altri, i politici, la tutela dei propri legittimi interessi.

E' una condizione di minorità dalla quale bisogna uscire. "Minorità - come la definisce Immanuel Kant [11] - è l'incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro. Colpevole è questa minorità, se la sua causa non dipende da un difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi di essa senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! [12]"

Quel 89,2% della popolazione che detiene solo il 17,6% della ricchezza mondiale è la vera maggioranza della popolazione, quella che, se vuole, può cambiare tutto. La storia lo insegna.

Lo Stato non è un espressione astratta. Lo Stato è l'insieme di tutte le persone, i cittadini, con pari diritti e doveri. Lo Stato siamo noi.


[1]Costituzione della Repubblica Italiana approvata dall'Assemblea costituente il 22.12.1947  ed entrata in vigore il 01.01.1948

[2]Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite (ONU) il 10.121948

[3]Carta dei diritti fondamentali approvata dal Parlamento dell'Unione Europea il 14.11.2000

[4]Emmanuel Joseph Sieyès (Fréjus, 3 maggio 1748 – Parigi, 20 giugno 1836) è stato un abate e politico francese, personaggio che svolse un ruolo importante negli eventi rivoluzionari che cambiarono la storia della Francia e del mondo.

[5] Qu'est-ce que le Tiers-État? - Emmanuel Joseph Sieyès gennaio 1789

[6] Ugo La Malfa (Palermo, 16 maggio 1903 – Roma, 26 marzo 1979) è stato un politico italiano. Con un passato antifascista, fu tra i fondatori del Partito d'Azione nel 1942 e ministro dei trasporti sotto Ferruccio Parri. Eletto nel 1946 all'Assemblea Costituente nelle file della Concentrazione Democratica Repubblicana, da lui fondata con lo stesso Parri, portò il partito a confluire nel Partito Repubblicano Italiano nel medesimo anno

[7]Che cos'è il capitalismo oggi? - Intervista di Alberto Ronchey per il Corriere della Sera - 23.12.1978

[8]Art. 41.- L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perchè l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

[9] Margherita Hack (Firenze, 12 giugno 1922 – Trieste, 29 giugno 2013) è stata un'astrofisica, accademica e divulgatrice scientifica italiana.

[10] Umberto Veronesi (Milano, 28 novembre 1925 – Milano, 8 novembre 2016) è stato un oncologo e politico italiano.

[11]Immanuel Kant (Königsberg, 22 aprile 1724 – Königsberg, 12 febbraio 1804) è stato un filosofo tedesco. È considerato uno dei più importanti filosofi del pensiero occidentale. Fu il più significativo esponente dell'Illuminismo tedesco, anticipatore degli elementi basilari della filosofia idealistica e di gran parte di quella successiva.

[12]definizione dell'Illuminismo secondo Immanuel Kant

 

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