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La mia collocazione politica nella sinistra non è casuale; proviene da una lunga storia di militanza nel Partito Repubblicano Italiano: oltre 20anni.
Dal 1983, dalle elezioni politiche che avevano portato grandi successi elettorali al P.R.I. di Giovanni Spadolini, l'opinione e l'immaginario generale collocano il P.R.I. in un'area di centrodestra che mal si addice alla storia e alla cultura repubblicana del nostro paese.
Giuseppe Mazzini, riferimento naturale per i veri repubblicani, nel suo scritto "I doveri dell'uomo ben definisce lo spirito e l'ideale repubblicano.
Un saggio dell'<strong">Associazione Mazziniana Italiana (AMI) dal titolo "Mazzini e Marx - l'attualità dell'uno e il tramonto dell'altro ribadisce i concetti, nei quali mi riconosco, e che mi portano a collocarmi in una sinistra non più massimalista e aperta a diverse culture che si riconosce nei valori enunciati nel secondo millennio (libertà, solidarietà e pari opportunità) e, purtroppo, non ancora realizzati.
Libertà, solidarietà e pari opportunità sono la traduzione moderna di "Libertà, uguaglianza e fratellanza".
Se riuscissimo a realizzare una società dove la convivenza tra uomini è un fatto naturale, indipendentemente dal colore, provenienza, credo religioso o politico, avremmo realizzato le premesse per una società nuova dove ognuno avrebbe diritto di cittadinanza. Io sto a sinistra perchè credo, consapevole di tutti gli errori che la sinistra ha commesso, che questi valori siano patrimonio della sinistra. Tutto il resto è e deve essere strumento per la realizzazione dei grandi valori enunciati. Posso anche sbagliarmi. Sono pronto ad un franco confronto.