Étrépigny (Francia - Champagne-Ardenne) 30 giugno 1729
Le Curé Meslier: un penseur de premier plan, précurseur du siècle des Lumières qui, en 1729, développe pour la première fois dans l’histoire des Idées une théorie à la fois athée, matérialiste, communiste et révolutionnaire
Propugnatore di un ateismo senza concessioni e di una utopia anarco-comunista ante litteram, Jean
Meslier non lascia molto spazio a dubbi: il suo Testamento, quello vero, poiché Voltaire, nel 1735 lo pubblicò adattandolo alle sue esigenze deiste, è l'opera di chi ha visto per quarant'anni i soprusi di un clero e di una nobiltà sempre più esigenti nei confronti dei contadini francesi. La tesi sostenuta dal curato è molto semplice: se la nobiltà è il risultato della brutalità e della tirannia, la religione, insieme di assurdità, non potrà che essere generata dalla paura di cui si serve la nobiltà per imporre il proprio potere. Conseguenza naturale, la religione e la tirannia si appoggiano reciprocamente. Come avviene questo? Il Cristianesimo, con la sua insistenza sulla sofferenza, la povertà e il dolore e la sua condanna del piacere ha anestetizzato gli uomini, legittimando i soprusi del Re (ricordiamo che al tempo regnava il Re Sole) e della nobiltà, ragionamento ripreso poi direttamente da Nietzsche. Tutti gli uomini sono uguali, e la terra che lavorano appartiene a loro. Preti e nobili sono solo parassiti fannulloni e ipocriti. Quella del nostro autore è anche un'esplicita professione materialista: tutti i cambiamenti dell'uomo non sono che "fermentazioni", ed è ridicolo attribuire tutto a un Dio, se già la Natura è eterna e perfettamente regolata, tesi, questa, cara a de Sade. Che il popolo si sollevi, allora, perché la terra produce abbastanza per tutti. Il testamento si chiude con l'estrema affermazione materialista: "presto non sarò più niente; i morti non hanno nulla di cui preoccuparsi. Presto non sarò più niente".
La vita di Meslier fu priva di eventi particolari, ma egli divenne improvvisamente noto dopo la morte, avvenuta nel 1729, per l'apertura del suo testamento intellettuale in cui (leggendo dal lungo titolo dello stesso): «si dimostrano in modo chiaro ed evidente le vanità e le falsità di tutte le divinità e di tutte le religioni del mondo». Inoltre, nel suo testamento spirituale, il sacerdote chiedeva scusa ai propri fedeli per quanto di falso aveva predicato in tutta la vita, per aver mentito nell'esercizio di una professione di prete non consona alle sue convinzioni filosofiche.
Oltre che la Chiesa, la religione, Dio e la figura di Gesù, nel mirino del Testamento ci sono la monarchia, l'aristocrazia, l'Ancien Régime, l'ingiustizia sociale e la morale cristiana del dolore: in esso si professa una sorta di comunismo anarchico ante litteram ed una filosofia materialista. Il libro, a cui Meslier lavorò per gran parte della sua esistenza, uscì postumo nel 1729.
biografia
Considerato da molti studiosi e simpatizzanti successivi il precursore e ideatore della Rivoluzione Francese, Jean Meslier nasce a Etrépigny, nella regione di Champagne a pochi chilometri dalle Ardenne, nel 1664 da una famiglia agiata di mercanti di stoffe.Nel 1689, a 25 anni viene messo in seminario. Jean non si oppone alla volontà dei genitori, ha una buona conoscenza teologica, avendo fatto gli studi in istituti parrocchiali, e la vita ecclesiastica gli permetterà di leggere tranquillamente. Divenuto parroco del paese, studia Epicuro, Lucrezio, Montaigne, Cartesio, ma soprattutto il moralista Fénelon, dalla cui Dimostrazione dell'esistenza di Dio fatta tramite le meraviglie della Natura ; trarrà i principali argomenti nella sua virulenta critica...