In Italia c’è un grosso problema che si chiama informazione e si aggiunge alla confusione della politica e della pubblica amministrazione.
La corruzione, gli interessi personali e particolari e l’autoreferenzialità sono una caratteristica delle seconde ma la stampa non si limita all’informazione, la sua funzione, che diventa un’opinione e trasforma la realtà in una teoria che, inevitabilmente, influenza la maggior parte delle persone, quelle che non hanno ancora compreso che l’opinione dovrebbe essere la loro e formata dalla lettura dei fatti con il limite della competenza e svincolata dall’appartenenza ad un partito.
L’opinione condizionata dall’appartenenza è l’ortodossia quella che George Orwell descrive come cancellazione del pensiero critico e indipendente. È la dipendenza totale e profonda per la quale non solo sono accettate le menzogne del potere che nascondono la realtà arrivando anche a credere nel suo contrario, a creare le condizioni non solo per il malaffare ma anche per il malgoverno poichè il politico è sempre pronto ad approfittare della indifferenza e della subordinazione.
In questi giorni il dibattito, dopo le inchieste giudiziarie di Milano e di Pesaro, si divide tra innocentisti e colpevolisti o, meglio, tra la parte politica dell’indagato e quella dell’altra parte.
Adesso gli innocentisti stanno a sinistra ed altre volte stavano a destra; questo, però, non giustifica nessuno dei due. Dai social emerge una strana considerazione con posts, condivisioni e commenti incredibili che riportano l’elenco degli indagati con funzioni e incarichi istituzionali di destra come se l’eventuale loro malaffare fosse una giustificazione per gli attuali indagati di sinistra.
Lasciamo alla magistratura il giudizio legale l’unica che può garantire il principio costituzionale dell’innocenza sino a condanna definitiva perchè ne ha gli strumenti, la competenza e la necessaria terzietà per un giudizio oggettivo. La Procura fa il suo mestiere quando indaga qualcuno e per noi cittadini è una garanzia e una difesa, tocca, poi, ai giudici stabilire se l’indagato è innocente o colpevole.
La Procura può essere fastidiosa per chi, per arroganza e prepotenza del potere, si ritiene parte di una casta intoccabile ma la magistratura è, e deve rimanere, autonoma ed indipendente, in fondo è fastidiosa solo a chi vorrebbe essere esonerato dal rispetto delle leggi provocando un danno alla collettività che è già evidente.
A noi compete il giudizio politico, più rigido del giudizio legale, da esprimere con il voto ma anche con la partecipazione critica, libera e autonoma. Il giudizio degli elettori – i cittadini – è espressione della democrazia che è rappresentativa ma non delegata ed è il giudizio dell’etica politica e del rispetto delle norme costituzionali ed in particolare di quelle che garantiscono i diritti fondamentali
Non voterei mai una persona, e nemmeno il partito che la candida, se ha cercato di arricchirsi con una truffa o un’indebita percezione di denaro a carico dell’INPS cioè dello Stato, cioè dei cittadini, anche se il procedimento penale dovesse chiudersi senza condanne. Non mi fiderei!
Anche il giudizio sul Sindaco di Milano, per noi elettori, è un giudizio politico che va oltre il fatto che abbia “le mani pulite” come ha dichiarato. Se sarà accertato un reato a carico di qualcuno, assessore o incaricato dal Sindaco o funzionario, dovrà comunque dimettersi perchè non ha adempiuto al controllo che gli compete consentendo ad altri di provocare, per interessi particolari, un danno a Milano rendendola invivibile per i cittadini milanesi.
Non facciamoci attrarre dalle manifestazioni di piazza organizzate da Partiti e Movimenti che la storia e gli elettori hanno cancellato: esistono strumenti democratici come le petizioni che se rappresentative di un numero elevato di elettori possono influenzare le attività dei partiti, si tratta di fare quello che, in chiave economica, fanno i lobbisti, con una differenza sostanziale perchè l’influenza non sarebbe a vantaggio di interessi particolari ma degli interessi generali cioè quelli della stragrande maggioranza degli italiani, quelli che gli eletti hanno il compito di garantire.
Lasciamo lavorare la magistratura e rinviamo il giudizio politico a dopo la fase preliminare, quella che potrebbe definire il rinvio a giudizio per qualcuno degli indagati. L’eventuale patteggiamento può cancellare gli effetti penali ma non il giudizio politico.
Se in Italia non si adempie al compito della Repubblica quello di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”, qualcuno ne ha la responsabilità, anche se ha le mani pulite.
