Thoreau si inserisce a pieno titolo nel ristretto ambito di artisti e scrittori protagonisti del cosiddetto "Rinascimento americano". Ma, a differenza degli altri esponenti di questa "corrente", i già citati R.W. Emerson, W. Withman, N. Hawthorne ed H. Melville, Thoreau fece della sua "coerenza" una vera e propria poetica se non una filosofia di vita. Egli rifiutò una accezione della filosofia di carattere puramente intellettualistico, anche se il suo pensiero si andò organizzando intorno ad alcune idee chiave, in particolare:
- scrivere come vigoroso atto d'amore verso la realtà e come espressione di una totale esigenza di realtà
e su questi principi verrà costruita, nei decenni successivi, una parte considerevole della moderna letteratura americana.
Tacciato di un certo egocentrismo venato di aristocratico disprezzo,
Thoreau, in realtà, soprattutto in
Walden (o Vita nei boschi), cercò di proporre uno stile di vita che presupponeva drastici interventi, in forza dei quali chiunque, al termine della propria esistenza, avrebbe raggiunto la consapevolezza di non aver sprecato la propria vita. La "ricetta" di Thoreau presupponeva la disponibilità del singolo a vivere con saggezza per affrontare solo i fatti essenziali della vita, a vivere felicemente in modo spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita, e a ridurre la vita stessa ai suoi termini più semplici. Thoreau lanciava questi forti messaggi, che risultavano quindi essere fortemente provocatori, nel bel mezzo dell'ascesa tecnologico-consumistica degli Stati Uniti e dell’emergere del tipico "way of life" americano, di cui egli fu forse uno tra i primi e più decisi critici. L’isolamento in cui condusse la maggior parte della sua esistenza gli consentì di sviluppare un discorso in chiave ampiamente introspettiva e di approfondire idee e concetti che sono divenuti punto di riferimento ideale per generazioni di ecologisti, pacifisti ed anticonformisti che al "credo" del filosofo, alla sua prosa sonora e talvolta enfatica, hanno riconosciuto la dignità di una formale promessa di riscatto. A questa particolare figura di intellettuale impegnato viene pertanto riconosciuta una modernità ed un’attualità che i suoi contemporanei non potevano percepire per obiettivi motivi di prospettiva storica. Quella di Thoreau è una personalità originale ed estrosa, caratteri che si rispecchiano nella sua ampia produzione letteraria, in cui, come filo conduttore comune,
Thoreau invita i suoi lettori con i toni profetici a contrapporre alla macchina della civiltà l’ascolto e la cura della propria dimensione interiore e a celebrare un matrimonio con la natura fondato sull'allargamento della visione del mondo e delle prospettive e non sul possesso. Percorse le contee americane tenendo veri e propri sermoni laici che nel loro insieme costituiscono un vero e proprio classico del pensiero americano. Il tipico stile "anti-letterario" dei trascendentalisti americani è mitigato in Thoreau da una leggerezza esuberante ed arguta, da un umorismo tagliente ed una concreta aderenza alle cose, non disgiunta da un profondo lirismo. Nelle sue opere, Thoreau indica nella prassi del vagabondaggio e nell'impulso migratorio il rimedio all'ansia che la modernità e il progresso finiscono per generare. Ciò cui tali concetti sembrano ricollegarsi immediatamente è l’idea totalmente americana della frontiera; lo stesso Thoreau, in molti dei suoi scritti, associa una visione mitica del West alla terra del domani, della nuova vita, luogo di organica unità, di speranza e di progresso, di libertà e di indipendenza. Da tale mito della frontiera Thoreau prese le distanze nel momento in cui andò articolando, in
Civil Disobedience, una visione apocalittica del destino delle società americana che, nata ad Est e sviluppatasi verso Ovest, avrebbe trovato il suo declino sulle rive dell'Oceano Pacifico. Nel corso dei suoi viaggi e delle sue peregrinazioni, Thoreau non perse l’occasione di osservare da vicino la natura con lo sguardo tipico dello studioso che cerca di apprendere; il suo approccio di tipo analitico prevedeva un'osservazione ravvicinata, ma il filosofo non disdegnava nelle sue escursioni l’osservazione della natura in modo più ampio e globale per cercare in essa la trama completa dell'intero tessuto naturale. Il suo atteggiamento nei confronti della natura è stato il punto di riferimento ideale della corrente "preservazionista" che ha permesso la nascita di quel forte movimento d'opinione che ha portato alla creazione dei grandi parchi nazionali americani.